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Pecorare Scanio difende Budelli: 11mila euro per 16 fotografie

L'ente che gestisce il territorio strapaga gli scatti alla fondazione dell'ex ministro, che ispirò la legge che costringe lo Stato a riacquistare i terreni

Andrea Tempestini
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Un torciBudelli, uscito dalle pagine di Kafka con un pizzico di Pecoraro Scanio.  Vista oggi, quella dell'isola di Budelli, è una storia d'ordinaria vischiosità burocratica che da un lato tocca i cuori radical chic dei palazzi romani; e dall'altro fa incazzare l'italiano medio che barcolla ma non molla per arrivare a fine mese. Su Budelli la disputa è letteraria, come Montecristo per Alexandre Dumas. Per alcuni, Budelli sarebbe un'appendice di cocente bellezza, la «perla contesa dell'arcipelago della Maddalena». Per altri soltanto un scoglio vincolatissimo e privatizzato dalla metà dell'800; e poi venduto ad un'asta pubblica per 2,94 milioni di euro ad un neozelandese, tal Michael Harte; e ora riacquistato dallo Stato che prima non se l'era mai filato, e che ora vi ha stanziato ben 3 milioni di euro grazie ad un emendamento inserito con mano lieve nella legge di Stabilità. Una spesa enorme, già osteggiata - giustamente - dal Mario Monti premier. E il tutto mentre a Roma il dottor Cottarelli impazzisce nei meandri d'una spending review dei conti pubblici.  La storia di Budelli, striata di simpatica schizofrenia, è nota. Su di essa sono spaccati gli ambientalisti i vip e gli attori che firmano qualsiasi petizione che odori di Sardegna; e le forze politiche più sensibili a quelle tematiche (cioè Sel e un'anima del Pd, quale non è ancora chiarissimo...); e gli amministratori interessati e persino il popolo sardo diviso tra «irredentisti» che rivolevano lo scoglio e pragmatici che quei tre milioni li avrebbero indirizzati verso altre battaglie per la loro terra, martoriata pure dal diluvio. Anche perchè - parliamoci chiaro - mister Harte su Budelli non avrebbe potuto commettere alcun abuso edilizio, bloccata com'è l'isola da qualsiasi vincolo artistico-ambientale esistente in natura. Insomma, la conclusione è che dopo il clamore e le ossessive petizioni della Fondazione Univerde presieduta dal redivivo Alfonso Pecoraro Scanio, la commissione Bilancio di Montecitorio ha aggirato il niet alla prelazione dell'acquisto statale dell'isola da parte della commissione Ambiente della Camera, e ha ottenuto il riscatto sotto forma di emendamento. Nonostante - occhio - l'espresso parere contrario recepito dalla contrarietà dei maddalenini, di Legambiente, del Fai.  Ma nella surrealtà di questo scontro istituzionale, in fondo, le vere notizie attengono a Pecoraro Scanio. La prima notizia è che il sapido Alfonso è vivo e lotta insieme a loro. Certo, la testa è più incanutita, ma il sorrisetto il medesimo, compiaciuto, di quando suggerì al governo di adottare in blocco le pecore sarde per salvarle dall'estinzione, o di quando perorò la nomina di Gigi D'Alessio a «patrono del pesce azzurro». Grandi battaglie. La seconda notizia la svela Dagospia: «Alla vigilia di Natale, il 24 dicembre, neanche 24 ore dopo l'approvazione definitiva in Senato della Legge di Stabilità che ha stanziato i fondi pubblici per il riacquisto dell'isola, l'Ente Parco (di Budelli, ndr) ha deciso di sborsare ben 11mila euro per acquistare 16 fotografie del concorso fotografico Obiettivo Terra, foto che dovrebbero servire per promuovere il Parco. Destinatario della spesa è la Società Geografica, titolare delle immagini e organizzatrice del concorso insieme ad un'altra associazione, la Fondazione Univerde. Da notare che il concorso si è concluso ad aprile 2013, quindi ben otto mesi prima».  E noi lo notiamo, in effetti. Undicimila euro per 16 foto. Se il fotografo non era Duchamp il conto, forse, è un tantino esagerato.  Dagospia fa notare che Pecoraro avrebbe esercitato tutta la sua influenza su Sel (di cui i Verdi sono fondatori) per apporre la sua firma definitiva sul caso/casino Budelli. Che Pecoraro eserciti ancora - qualcosa, in qualsiasi modo - è la terza notizia.  Approvato l'emendamento, Francesco Boccia, Pd, presidente della commissione Bilancio ha twittato: «Abbiamo salvato Budelli». Salvato da chi, scusi?... di Francesco Specchia

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