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Mario Giordano: il Pd censura l'imitazione della Boschi

Andrea Tempestini
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Guai a chi tocca la Principessa sul Pisello. Prima la rivolta orchestrata sulla rete, poi quella delle donne del Pd, poi la prima pagina dell'Unità, adesso pure un'interrogazione di un parlamentare al presidente della Rai: per l'imitazione di Maria Elena Boschi a Ballarò si sta scatenando un putiferio manco Floris avesse bestemmiato in San Pietro alla presenza del Papa. In effetti ha fatto qualcosa che, per il nuovo politicamente corretto dell'Era Renziana, è persino peggio: ha permesso l'ironia sulla Principessa Leoparda, la donna del Pisello, quella che non dorme la notte se, sotto i venti materassi su cui s'è appoggiata finora la sua comoda vita, spunta un lieve sberleffo d'autore. Lei prova pure a stemperare: «Mi ha fatto ridere», ha twittato ieri sera per cercare di arginare l'onda della protesta. Ma è tutto inutile. I legionari della femminilità offesa non li ferma più nessuno. Da martedì sera, in effetti, è un rincorrersi continuo di voci indignate che censurano l'esibizione di Virginia Raffaele, la comica che ha aperto il talk show di Raitre al posto del solito Crozza. Per chi non l'avesse ancora vista, riassumiamo: la finta Boschi dice frasi assolutamente vuote e quando l'intervistatore prova a chiederle concretezza si sdilinquisce in un siparietto fatto di musica soft e occhi dolci. Tutto qui. Ma abbastanza per suscitare reazioni furibonde. Una «risata maschilista», ha scritto Maria Novella Oppo in prima pagina sull'Unità, «sessismo allo stato puro», si sono scatenati i commentatori sul web, e il deputato Michele Anzaldi, già portavoce di Rutelli, ieri ha preso carta e penna e si è rivolto al presidente della Rai Tarantola per lamentarsi che alla vigilia dell'8 marzo lo spezzone incriminato sia ancora disponibile sul web . Già, che strano: com'è che nessuno ha ancora pensato di incenerirlo? «Mi chiedo se ritiene opportuno che il ministro sia ritratta come una scaltra ammaliatrice che conta solo sul suo essere affascinante», scrive il parlamentare rivolgendosi al vertice di viale Mazzini. A questo punto ci manca l'intervento di Telefono Rosa, una marcia Se Non Ora Quando, la Terza Internazionale Femminile e l'appello all'Onu in nome del rispetto dei diritti boschiani e poi il quadro sarebbe completo. Vi pare? Da quello stesso pulpito di Ballarò, come sapete, ogni settimana Crozza toglie la pelle a chiunque, a qualsiasi politico di ogni estrazione e colore, senza che mai si levi una protesta così vibrata. Per altro la medesima Virginia Raffaele ha già imitato nella sua carriera altre 17 donne: da Francesca Pascale a Federica Pellegrini, da Renata Polverini a Belen Rodriguez, da Nicole Minetti a Michela Biancofiore, tutte interpretate con lo stesso taglio ironico. Eppure per nessuna è mai scattato il fuoco di sbarramento che si è visto per la Boschi. Di più: qualcuno ha mai scritto al presidente della Rai quando Paola Cortellesi imitava la Gelmini? O quando Gabriella Germani imitava la Carfagna? Eppure anche in quelle occasioni non mancavano allusioni sessiste, battute pesanti, ammiccamenti esagerati. Quelli, evidentemente, andavano bene. Questi no. Su De Rica non si può, diceva il vecchio carosello con il gatto Silvestro. Sulla Boschi neppure. Titti è salvo, Maria Elena pure. Diciamocelo: è la nuova intoccabile. Evidentemente in ogni governo ci dev'essere un ministro protetto dallo scudo del politicamente corretto. Prima c'era la Kyenge, ora c'è la Leoparda. Il ministro di colore non ha combinato un beato nulla in dieci mesi, ha solo presentato (e scritto) libri, partecipato a convegni, buttato via parole. Però non si poteva dire, altrimenti si diventava subito razzisti. Con la Boschi, invece, si diventa subito sessisti. Lei va al giuramento vestito di blu elettrico? Non lo puoi notare, perché sei un sessista. Si presenta alla segreteria del Pd con un collo di pelliccia? Non lo puoi scrivere, se no sei un sessista. Dice scemate? Non lo puoi dire, se no sei un sessista. Ne ha fatto le spese persino uno dei più bravi (e ammirati) inviati d'Italia, Enrico Lucci, una delle Iene che ha rotto le scatole a mezzo mondo, ministri, capi di Stato, alti prelati, sempre e solo con i complimenti di tutti. Poi l'altro giorno ha osato avvicinare con un filo di sarcasmo la Boschi e zac, anche per lui è scattata la terribile accusa: Lucci sessista. La Principessa sul Pisello non si tocca. Ma possiamo provare a dire la verità? O rischiamo anche noi di incorrere nel delitto di lesa Leoparda? La Boschi da un pezzo va ai talk show in Tv: ricordate qualche sua frase memorabile? Qualche sua intuizione geniale? Qualche sua idea travolgente? Qualche volta siete saltati sulla sedia di fronte alla sua intelligenza superiore? Vi è capitato di dire: accidenti, questo ragionamento è formidabile? Accidenti, questa proposta è davvero innovativa? E l'avete sentita parlare in aula? Avete ammirato il suo eloquio, la sua arguzia, la sua prosa elegante? La sua capacità oratoria? La forza delle sue convinzioni? Dai, siamo seri: l'altro giorno il suo intervento sulle dimissioni dei sottosegretari è stato penoso. Pe-no-so. Per il resto, non pervenuta. E allora, se è permesso, vorremmo dare sommessamente un suggerimento al ministro prima che si mobilitino in suo soccorso i caschi rosa dell'Onu e le vestali del boschismo. Per evitare di essere trattata da «scaltra ammaliatrice», si difenda nell'unico modo possibile: dimostri subito che sa fare qualcos'altro. di Mario Giordano

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