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Vittorio Feltri contro "La Stampa": "Il referendum sul Veneto è una cosa seria"

Nicoletta Orlandi Posti
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Vittorio Feltri non ci sta. Non ci sta a veder minimizzare l'esito clamoroso del referendum fatto la settimana scorsa in Veneto sull'indipendenza della Regione dall'Italia. Non ci sta che la consultazione popolare venga fatta passare per un fenomeno paesano, folcloristico, addirittura comico in stile Totò come stanno facendo la gran parte dei media nazionali. In particolare non gli piace l'articolo di Michele Brambilla per la Stampa che accusa gli organizzatori di aver messo in atto una truffa perché non è vero che a votare sono stati oltre 2 milioni di veneti a favore dell'autonomia, ma solo 100 mila. E così oggi Feltri ha ha voluto dedicare il suo pezzo per il Giornale a smontare pezzo dopo pezzo le accuse del giornalista della Stampa. Non prima però di aver raccontato chi è Michele Brambilla. "Eravamo amici e non lo siamo più", spiega il fondatore di Libero, "perché alcuni anni orsono l'ho contestato e lui si è inviperito a tal punto da querelarmi, sorvolando sul fatto che nel mio piccolo lo avevo favorito nell'assumere la direzione del quotidiano La Provincia di Como e, successivamente, chiamato a Libero come vicedirettore". La fonti della Stampa - Quanto ai contenuti dell'articolo che infanga il referendum, Feltri si dice basito. "Brambilla si è prestato al gioco della vulgata conformistica, accreditando l'ipotesi che le aspirazioni indipendentistiche dei veneti non trovino riscontro nella realtà e siano semplicemente state enfatizzate a livello locale grazie a metodi truffaldini". La certezza di Brambilla di questa truffa, fa notare il direttore, viene dalle elucubrazioni del Corriere del Veneto in cui si afferma che il "sondaggio" è stata una buffonata, ma non fornisce prove a sostegno della propria tesi. "E tutti noi dovremmo comunque pensare che abbia ragione", tuona Feltri. "Roba da matti". In pratica Brambilla ha fatto sua la tesi del Corriere che a sua volta dà per scontata l'attendibilità "di alcuni siti internazionali che si piccano di essere capaci di misurare il traffico su Internet. Peccato che tali siti si basino su programmi installati volontariamente dagli utenti. In pratica, essi sono in grado di monitorare appena 15 milioni di utenti su 2,7 miliardi di persone che nel mondo usano la Rete. E possono farlo soltanto nell'arco di almeno tre mesi. Ma su un'area assai limitata, quale il Veneto, non sono all'altezza di misurare un cavolo di niente".  L'autodeterminazione dei popoli - Ma quello che fa infuriare di più Feltri è che "nessuno tiene nel minimo conto il fatto che l'Onu, con una propria risoluzione accettata dall'Italia, ha riconosciuto il diritto all'autodeterminazione dei popoli. Quanto accaduto in Crimea insegna. E aspettiamo di apprezzare quanto avverrà in Scozia e in Catalogna. Non solo. Vi sono sondaggisti veri, come Ilvo Diamanti, competente editorialista della Repubblica (che non è affatto un leghista o un indipendentista), o Nicola Piepoli, i quali hanno certificato sostanzialmente l'alta affluenza al voto dei veneti, confermando l'esistenza di un'ampia maggioranza a sostegno dell'autonomia della Serenissima". "Brambilla", chiude Feltri, "prendine atto prima di sputare sentenze".

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