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Evelina Christillin: l'amica degli Agnelli fatta manager

Matteo Legnani
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Evelina Christillin non "vien dal mare", ma dalla montagna, visto che dal 1970 e il 1974 è stata azzurra di sci, compagna di stanza di Claudia Giordani che come lei faceva lo slalom e slalom gigante. Ma, montagna a parte, sarebbe stata perfetta tra le nobildonne in cui il ragionier Fantozzi si imbatteva in occasione delle scorribande fuori-azienda col ragionier Filini. Perfetta, per dire, a quel tavolo della megavilla fuoricittà in cui il ragioniere più famoso d'Italia prima si mangia un tordo intero e poi strilla "e questo me lo pappo io" finendo ustionato dal famoso pomodorino a ottocento gradi. Sono passati quarant'anni da quel Fantozzi. Eppure, personaggi come la Christillin fanno ancora pensare a quell'Italia fatta di megadirettori galattici, di contesse e di "inferiori" (cioè la gente comune). Merito, si fa per dire, dell'onda lunga che gli Agnelli (quelli veri, Giovanni e Umberto) hanno lasciato su Torino: la "aristocrazia" di personaggi (vedi Montezemolo) e di intere famiglie cresciute e pasciute nella loro ombra. E che ancora oggi si credono un bel gradino sopra tutti. Evelina Christillin ne è l'incarnazione perfetta. Cinquantanove anni, è figlia di Emilio, morto 86enne nel 2007, presidente dell'Aci Torino e da sempre amico degli Agnelli, essendo stato compagno di università dell'Avvocato. Su Panorama, quell'anno, Paolo Madron scrisse che per parlare con lei, Evelina, si chiama casa Agnelli: "Sì, è una cosa buffa" fu il commento della nobildonna. "Ma siccome loro hanno i numeri di tutti, hanno anche il mio. Se no c'è il cellulare...". Ancora, più che il passato nella "valanga rosa", per avere accesso alla carica più prestigiosa della sua carriera da manager (Consigliere di amministrazione della multinazionale elettronica Saes Getters di Milano, del Gruppo Carige, del Teatro Regio di Torino, presidente della Filarmonica '900, presidente della Fondazione Teatro Stabile e della Fondazione Museo delle Antichità Egizie), quella di presidente esecutivo del Comitato organizzatore delle Olimpiadi invernali di Torino 2006, le fu utile l'amicizia con l'Avvocato: "L'idea di Torino 2006 - raccontò a Gaia Piccardi del Corriere - fu di Franco Romano, generale dei Carabinieri che sovrintese alla sicurezza dei Mondiali del Sestriere ‘97 e che oggi, purtroppo, non c'è più. Andò a parlarne a Ghigo, che ne 'parlò a Castellani, che ne parlò alla Bresso, che ne parlò all'Avvocato”. Che ne parlò a lei. “Ai primi di gennaio del '98 mi chiamò e mi chiese: 'Evelina, ti interesserebbe?'. Mi fissò due appuntamenti: a Ginevra con Killy e a Losanna con Samaranch. Non conoscevo nessuno, fu un aiuto enorme”. Altre note biografiche: ha sposato uno dei principali protagonisti della saga finanziario-industriale della corte torinese, Gabriele Galateri di Genola, attuale presidente di Generali. E' laureata in Storia e demografia storica, è docente di storia dello Sport all'università di Torino, lavora nel gruppo cultura della Juventus, squadra di cui (quasi superfluo dirlo) è tifosa sfegatata. E' amica di Walter Veltroni (ma c'è qualcuno che non lo sia, in certi ambienti radical-chic italioti?). Si potrebbe andare avanti una mezz'ora, ma la cosa più curiosa è ricordare che la Christillin è presidente dell'Associazione per la Prevenzione dell'anoressia di Torino. Curioso che, nell'apostrofare il presidente dell'Inter Thohir nel suo blog sull'Huffington Post, lo abbia definito "piccoletto ciccione indonesiano". Viene in mente un'altra scena di Fantozzi, quella della clinica-nazista in cui il ragionier Ugo si autoreclude per dimagrire, salvo poi mangiare di nascosto. Quando il medico lo scopre, in un'italiano tedeschizzato strilla "Lui mancia! Lui mancia!". Che rabbia, quel Thohir "ciocciobello" che mangia! Ma come si permette?

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