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Quando la Boldrini diceva: "A Colonia vince l'accoglienza"

Giulio Bucchi
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Ci ha messo un attimo Henriette Reker - sindaco di Colonia - a precipitare dal piedistallo e a cadere nella polvere. Circa novanta donne della sua città hanno denunciato di aver subìto - durante i festeggiamenti di Capodanno in un'area che va dalla locale stazione al Duomo - aggressioni di vario genere. Si va dalla molestia sessuale (palpeggiamenti e simili) allo stupro, passando per la rapina e il borseggio. A quanto pare, i responsabili di questo schifo sarebbero vari gruppi di uomini il cui aspetto è stato descritto dalle testimoni come «nordafricano o mediorientale». Gli aggressori potrebbero essere addirittura un migliaio, molti di loro erano probabilmente ubriachi. Secondo il ministro della Giustizia tedesco Heiko Maas «l'intera cosa sembra che sia stata coordinata». Ieri, nel centro di Colonia, circa trecento persone, in maggioranza donne, hanno manifestato sollecitando l'intervento delle autorità, e chiamando in causa la Cancelliera: «Merkel dove sei? Cosa dici?», gridavano. Ma torniamo al sindaco Henriette Reker e alla sua parabolica caduta. Sui social network c'è la corsa a metterla in croce, girano battutacce e commenti ostili di varia intensità. La cosa assurda, però, sta nel motivo per cui questa signora 58enne viene fustigata. A scatenare gli assalti mediatici sono stati i suoi consigli alle donne su come comportarsi per strada. Tra le varie cose la Reker ha suggerito alle sue concittadine di «tenersi alla distanza di un braccio» dagli sconosciuti, onde evitare brutte situazioni. Banale buonsenso, in sostanza. Così come l'invito a muoversi in gruppo e a stare piuttosto attente a dove si cammina. Beh, al popolo del web tutto ciò non è piaciuto. Anzi, i consigli della sindaca sarebbero addirittura offensivi per le donne, perché suggerirebbero una loro responsabilità nel provocare le aggressioni. Su Twitter circola l'hashtag #EineArmlaenge (tenersi a distanza di un braccio) come perfido sfottò. In verità, se c'è un motivo per cui la Reker andrebbe invitata a levarsi di torno quanto prima, non riguarda affatto le sue «norme di sicurezza» alla buona. Semmai, la sindaca meriterebbe la cacciata per via delle sue posizioni politiche. Quelle che l'hanno trasformata nell'eroina della stessa sinistra che ora la copre d'insulti. La Reker, infatti, è diventata famosa dopo essere stata pugnalata da un esaltato armato di coltello. Costui fu identificato come simpatizzante «di estrema destra» e a quanto pare ce l'aveva con la nostra Henriette per via delle sue posizioni sugli immigrati. La sindaca di Colonia, infatti, si è sempre schierata con decisione a favore dell'accoglienza dei profughi. In pratica, era una piccola Merkel, solo più di sinistra, fissata con l'idea di spalancare le porte agli stranieri. Non a caso, divenne immediatamente un punto di riferimento per le paladine del buonismo di casa nostra, Laura Boldrini in testa. Il 18 ottobre scorso, infatti, la presidente della Camera italiana esultava su Twitter per il trionfo alle urne della sua «sorella» tedesca: «A Colonia vincono accoglienza e lungimiranza. Buon lavoro alla neo sindaca Henriette Reker, eletta dopo essere stata accoltellata da xenofobo», scrisse Madama Laura. Ecco, sulla «lungimiranza» potremmo aver qualcosa da ridire. Ora, nessuno può dire che i «nordafricani» e «mediorientali» denunciati per le molestie e gli stupri siano profughi. Ma è probabile che siano figli dell'immigrazione, non si sa di che generazione. Dopo tutto, la violenza sessuale è (anche) una questione culturale. Se si cresce in un contesto in cui la donna è considerata poco più di un oggetto, è più facile avere dimestichezza con botte e molestie. E nella gran parte dei casi, gli immigrati provengono proprio da realtà in cui le donne non sono esattamente tutelate e la violenza è ordinaria. Tanto che alcuni Paesi europei hanno deciso di organizzare corsi - rivolti ai profughi - su come rapportarsi all'universo femminile, almeno finché sono qui. Problemi come questi sono da mettere in conto quando si fanno entrare nel proprio Paese grandi masse di stranieri. Spalancare le braccia e accogliere tutti, probabilmente, non è il modo migliore per proteggersi da eventuali effetti collaterali, che sono a lungo termine. Ieri la Reker ha invitato a non collegare le violenze ai profughi. La sua fan Boldrini, invece, non ha twittato nulla. A quanto sembra, restano entrambe convinte delle loro idee, per quanto esse siano «a distanza di un braccio» dalla realtà. di Malabarba

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