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Umberto Eco tradisce la sinistra: "Le università devono essere solo per le elite"

Il filosofo, collaboratore de L'Espresso, smonta così il mito fondante dei 'sessantottini'. Quindi critica l'influenza delle nuove tecnologie...

Sebastiano Solano
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"L'università dovrebbe essere per una certa élite, proprio come accadeva nella sua epoca migliore". La dichiarazione, sicuramente condivisibile, diventa uno smacco se a farla è Umberto Eco, filosofo-scrittore de L'Espresso. La sua avversione alla cultura di massa è nota, i libri scritti sull'argomento sono innumerevoli. Ma è difficile ricordare un suo attacco così virulento alla cultura di massa di derivazione sessantottina, valore fondante ancora oggi dalla sinistra politico-mediatica.  Il tradimento - Un vero e proprio tradimento per chi, come lui, è considerato dalla sinistra un guru, uno dei centri nevralgici, la punta di diamante dell'antiberlusconismo, sempre presente alla chiamata alle armi nella crociata ventennale contro il Cav. Il filosofo distrugge poi un altro mito della sinsitra, anch'esso diretta emanazione delle lotte del '68: quello, del rapporto paritario tra studente e professore, puntando l'indice in questo caso contro le nuove tecnologie, ovvero contro la loro "progressiva influenza", a causa della quale "è cambiato il rapporto tra studenti e professori, soprattutto per via di internet, dove si può accedere a molte informazioni che in parte sostituiscono i lavori dei docenti".

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