Costa Concordia, la difesa-supercazzola di Schettino al processo

L'ex comandante della Costa accusa il timoniere indonesiano, ma davanti ai giudici le sue parole non sono molto chiare...
di Eleonora Tesconidomenica 29 settembre 2013
Francesco Schettino

Francesco Schettino

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Torna ad accusare, come solo lui sa fare, il timoniere indonesiano Jacob Rusli Bin l’ex comandante della Costa Concordia Francesco Schettino, ieri, lunedì 23 settembre, in aula a Grosseto per il processo che lo vede imputato del naufragio che il 13 gennaio 2012 provocò la morte di trentadue persone. Al cinema Moderno, dove si è svolta l'udienza, è andata in scena una vera e propria 'supercazzola' che sullo schermo non avrebbe sfigurato con quella del gruppo Mascetti-Perozzi-Sasaroli-Necchi-Melandri in "Amici miei". Ecco, papale-papale, le parole del comandante: "Nel momento in cui io ho chiesto al timoniere di mettere il timone di venti a sinistra, in quel momento la nave aveva un'accelerazione angolare verso destra. E l'errore di non mettere a sinistra... Cioè il ritardo è la conseguenza dell'errore. Ma di base c'è stato un errore. Perché se non ci fosse stato l'errore di non posizionare i timoni a sinistra ovvero di scontrare, di evitare la derapata, non ci sarebbe stato quello schiaffo, ovverossia la velocità angolare di accostare verso dritta con due timoni nave bielica in linea con i centri dei timoni, per mia esperienza, la nave si sarebbe fermata". Un futuro nel cinema, Schettino ce l'ha. Concordia, Schettino accusa il timoniere Guarda il video su LiberoTv