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Caso Regeni, la deputata egiziana: "Ritorno ambasciatore italiano è prova che noi estranei morte ricercatore"

Matteo Legnani
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La famiglia di Giulio Regeni, il giovane ricercatore italiano ucciso al Cairo all'inizio di febbraio 2016, ha sempre aspramente criticato la decisione del governo italiano di far ritornare in Egitto l'ambasciatore italiano, fatto rientrare proprio nelle settimane successive all'omicidio. E a dargli ragione, sul fatto che il ripristino delle relazioni diplomatiche col Paese africano equivalga a una sorta di assoluzione delle autorità egiziane nel caso Regeni, c'ha pensato una deputata del parlamento egiziano. Samia Kamal, membro della commissione parlamentare Affari Esteri, ha infatti dichiarato che "il ritorno dell'ambasciatore  italiano in Egitto è un segnale positivo, la prova definitiva del non coinvolgimento dell'Egitto nell'uccisione del ricercatore italiano. La stessa deputata, in una dichiarazione riportata dai media locali, accusa i servizi britannici di essere "implicati" nell'uccisione del giovane ricercatore friulano dell'Università di Cambridge. La decisione del ministro degli Esteri, Angelino Alfano, di far tornare al Cairo l'ambasciatore Giampaolo Cantini, "è il primo passo per riallacciare le relazioni diplomatiche, commerciali e nel  campo del turismo tra i due Paesi", ha ribadito la parlamentare, annunciando che la sua Commissione incontrerà l'ambasciatore italiano  al suo arrivo al Cairo.

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