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Vacanze a Santorini? Ecco la copia cinese che fa scoppiare la bufera

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Ignazio Stagno
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 Grovigli di funi, urla forsennate mentre qualche cagnolino sul molo aiuta i portuali a bloccare le cime tra le folate di vento. Le isole della Grecia sono tutto ciò, soprattutto le Cicladi che diventano ogni anno la meta di milioni di turisti. E tra queste case bianche, il forte odore di intonaco, le cupole blu, a svettare a strapiombo sul mare c’è Santorini. Una delle perle del Mediterraneo. “Old port” e “New port” sono i due estremi del pendolo di zaini e infradito che vanno su e giù sulla groppa di un asino sotto il sole cocente. Ecco, ora scordatevi tutto ciò. Stiamo per fare un salto in un Paese lontano, che poco c’entra con croci ortodosse e sirtaki di piazza. In Cina c’è un’altra isola, tutta artificiale, che replica perfettamente la gemella greca. Sì, dopo la muraglia si intravede il blu cielo di Santorini “made in China”. È diventato virale in pochi istanti il video di una influencer che ha visitato l’isola di “plastica” che spalancherebbe le porte del paradiso al turista disorientato.

COMMENTI FEROCI
Yasmin von Roon, tiktoker di 27 anni, ha mostrato a milioni di utenti questa “Santorini, falso d’autore”, costruita sul lato della catena montuosa Cangshan che si affaccia sul lago Erhai. L’intento di chi governa la regione cinese è quello di incrementare il turismo interno. Chi non può permettersi di volare sull’Egeo, ecco che può godersi questo incrocio tra parco divertimenti e resort a cinque stelle, col cielo della provincia dello Yunnan. E i cinesi, quando copiano, amano essere precisi: le stradine sono bianche, i tetti blu, centinaia di piante in fiore e ovviamente feta, moussaka e qualche bottiglia di ouzo da gustare rigorosamente alla greca, due cubetti di ghiaccio e qualche goccia del liquore all’anice. Ma sui social i commenti sono feroci: «Ormai copiano anche le città, prepariamoci perché presto si faranno a pochi passi da Pechino anche la Costiera Amalfitana», scrive un utente su Tik Tok. Ma non finisce qui, c’è anche chi vorrebbe provare questa assurda esperienza: «Potrei farci un pensierino. Per dormire a Santorini in alta stagione bisogna pagare almeno 300 euro a notte. Chissà, magari in Cina costa tutto di meno», è la riflessione di un altro utente. Poi c’è chi si fa qualche domanda: «Ma i piatti serviti sono di importazione o producono anche la feta fake e le olive made in China?».

 



E ancora: «Si sono costruiti anche un vulcano?», chiede ironicamente un utente riferendosi all’origine geologica dell’isola. La vera (e unica) Santorini, infatti, è nata in una caldera invasa dal mare per via di un’antica eruzione. I greci la chiamarono Thera, poi i veneziani la dedicarono a Santa Irene e da qui il nome Santorini che è arrivato fino a i giorni nostri. In Cina invece hanno schierato ruspe e trivelle per scavare la roccia e adattare tutta la mega struttura alla valle che si affaccia sul lago. Poi spazio a terrazze mozzafiato che però, piccolo dettaglio, non si affacciano affatto sull’Egeo. Insomma, qui siamo davanti a qualcosa che va oltre ogni immaginazione: la copia di una delle mete turistiche più famose del Mediterraneo potrebbe aprire le porte ad altre repliche, sempre in Cina, dei nostri gioielli, come ad esempio Capri o magari Favignana e Pantelleria. Un copia e incolla con effetti imprevedibili sul turismo.

ANCHE PARIGI
Del resto, i cinesi hanno già costruito qualche anno fa una copia perfetta di Parigi. La città si chiama Tianducheng. E anche lì troviamo una torre Eiffel prefabbricata alta 108 metri, palazzi color crema in stile parigino, una piazza centrale chiamata Champs d’Elysees con la riproduzione di una fontana del Jardin de Luxembourg. E non può mancare la copia dei giardini di Versailles. Aspettiamo solo il Colosseo cinese con le mensole dei negozietti di souvenir piene di Maneki neko (i celebri gatti a batteria) con la zampa destra alzata davanti a un cesto coi biscotti della fortuna. Ma questa è fantascienza. I ravioli al vapore per i vicoli della finta Santorini sono una triste realtà. Purtroppo.

 

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