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Sallusti, Fontana e la razza bianca: "Ignoranti, negarlo è da ipocriti"

Benedetta Vitetta
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"Razza di ipocriti": questo il titolo dell'editoriale odierno del direttore de Il Giornale, Alessandro Sallusti, sulla bufera che si è scatenata ieri dopo le parole del candidato governatore del centrodestra per le regionali della Lombardia, Attilio Fontana, durante un'intervista radiofonica candidato. "Basta immigrati, la razza bianca è a rischio". "A fare indignare la sinistra e i politicamente corretti non è stato tanto il concetto ma la parola 'razza', ritenuta di per sé razzista e quindi impronunciabile. Secondo questi signori non esiste la 'razza bianca', di più, non esistono le 'razze', cioè le diversità tra gli abitanti delle varie aree della terra" scrive Sallusti che in difesa di Fontana cita anche la Costituzione, "Concetto che fa a pugni con la nostra Costituzione, che all'articolo 3 recita: 'Tutti i cittadini hanno pari dignità e sono uguali davanti alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche'. Tutte le 'razze', quindi, pari sono anche per la legge, e questo è pacifico, ma esistono. Negarlo" afferma il direttore de Il Giornale, "significherebbe dover mettere al rogo, oltre che la Carta, anche i dizionari e vocabolari che - tutti - riportano la voce 'razza'. Cito il Devoto-Oli, bibbia della cultura italiana: 'Razza: gruppo di individui di una specie contraddistinti da comuni caratteri esteriori ed ereditari'. Scioccante, quindi, non è la frase pronunciata da Attilio Fontana, sulla quale non è dovuta condivisione, ma la reazione basata su un falso (le razze non esistono) e impedire l'uso della lingua italiana, quella dei nostri avi, dei nostri vocabolari e della nostra Costituzione. Ci vogliono imporre il vocabolario di Laura Boldrini e soci: il boldrinese, lingua che vorrebbe, tra l'altro, declinare per legge al femminile parole come 'sindaco' che in realtà esistono solo come sostantivi maschili". Sallusti poi si concentra sul concetto di diversità, "una delle ricchezze del mondo, un patrimonio che il pensiero unico vorrebbe distruggere". "Davanti a Dio e alla legge tutti gli esseri umani sono uguali, e di questo ne sono profondamente convinto" sottolinea il direttore, "ma ciò non significa negare le diversità, che semmai sono una delle ricchezze del mondo, un patrimonio che il pensiero unico vorrebbe distruggere. Un uomo è diverso da una donna, un etero da un gay, un nero da un bianco, il nostro Dio da Allah. Ci sono i magri e gli obesi, i belli e i brutti, i sani e i matti. Per fortuna la pensiamo diversamente e per questo veniamo catalogati in categorie politiche e filosofiche. Razzismo non è 'definire' ma 'discriminare'. Attilio Fontana ha usato la lingua italiana per esprimere un suo concetto in modo chiaro e comprensibile a tutti e fa ridere che politici dal congiuntivo incerto si mettano a fare i maestrini. Razza di ignoranti".

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