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Berlusconi pensa a un predellino-bis

Lucia Esposito
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  Che così'ha in testa Berlusconi? Se lo chiedono in tanti da quando l'ex premier è tornato in campo dicendo apertamente che è pronto a scendere in campo e non è più disposto a sostenere senza se e senza il governo delle tasse. Silvio conta i giorni che intende offrire a  Monti per mostrare uno scatto di reni. E ormai ci siamo. Il terimine ultimo pare sia il vertice europeo di giovedì 28 e venerdì 29 giugno: se Monti torna a casa sconfitto, senza portare nessun risultato, Silvio potrebbe decidere di staccare la spina, di interrompere la fiducia tout court verso il premieri. Dal suo conto Monti sente il peso di quest'appuntamento e sa che questa settimana si gioca il futuro dell'esecutivo. Ai suol collaboratori ha detto: "Non ho il potere di cambiare il Trattato europeo (la cui ratifica è stata rinviata sine die dall'Italia) come mi chiedono i partiti". In più il Professore vuole andare inm Europa con in tasca l'approvazione della riforma del lavoro. A luglio decideremo se aprire la crisi di governo», ha annuciato il Cavaliere ai dirigenti del Pdl ricevuti martedì sera a via del Plebiscito, usando toni molto duri per definire le incapacità dei suoi successori a Palazzo Chigi. L'alternativa è una “verifica”, alchimia tipica da Prima Repubblica con cui i partiti di maggioranza rinegoziavano col governo programma e squadra. E l'ipotesi che gira, non nuova, è quella di un innesto politico nell'esecutivo dei professori, in modo da avere più peso nella fase decisionale del governo. Gira in ambienti del Pdl, il Pd e l'Udc non ne vogliono sentir parlare. Due le ipotesi plausibili: una rifondazione del Pdl con cambio di nome e di strategia. O, più ambiziosa, la nascita di una  Federazione di liste civiche che permetterebbe a Berlusconi di smarcarsi dal Pdl, con una linea più aggressiva nei confronti del governo Monti, magari d'intesa con Bossi e con i moderati, una sorta di predellino-bis.  Gelo colonnelli Ma come ha reso conto Libero in edicola domenica, 24 gugno, i i dirigenti del Pdl tremano  nel vedere con quanta nonchalance l'ex premier abbia asfaltato le ambizioni di leadership di Angelino Alfano. Sicché in molti, e stavolta senza distinzione tra ex An ed ex Forza Italia, fanno quadrato intorno al segretario. Tutti ribadiscono l'appuntamento delle primarie di autunno, strumento che serviva per dare una legittimazione popolare al delfino e che si rende inutile nel momento in cui Silvio stronca la corsa del 41enne agrigentino indicandosi come successore di se stesso. «Ma che gli ha preso?», si domandano i colonnelli azzurri. E affiora sulle loro labbra quella terminologia finora appartenuta soltanto al lessico leghista: «È colpa del cerchio magico». Un ex componente di governo di area forzista l'altro giorno in Transatlantico si lamentava del filtro che oramai si interpone tra Silvio e i cosiddetti «quarantenni» di Forza Italia.  Altri se la pigliano con Daniela Santanchè, che gli suggerisce posizioni populiste. E poi c'è la frequentazione assidua con Vittorio Sgarbi, quello che, dicono, gli avrebbe messo in testa la storia delle liste in batteria (il 14 luglio presenterà il suo movimento insieme a Volpe Pasini, «l'ideologo» della Rosa tricolore). Insomma: lo sentono sempre più distante. E, peggio, vedono svanire la favola del leader che, compiuto il suo, lascia strada al giovane ritenuto più in gamba. Puff. Pure Umberto Bossi lo critica: «Non ho capito cosa voglia fare del Pdl, ma così non andrà lontano. Io lavoro tutti i giorni fianco a fianco con Maroni».      

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