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Un anno di numeri, un anno di MontiIl disastro è completo, meglio Berlusconi

La vendetta di Monti

Ignazio Stagno
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Il governo Monti è ai titoli di coda. Sono già partiti. Non si sa quanto dureranno. La musica non è delle più allegre, e i testi che appaiono sullo schermo sono cifre. Cifre impietose. Per capire cosa sta accadendo bisogna guardarli tutti i titoli di coda e fra la musica dei violini che portano a picco il Titanic, bisogna avere il coraggio di analizzare i dati. Le cifre del governo Monti sono una foto impietosa del Paese.  Senza lavoro - La disoccupazione è cresciuta. Ed è lievitata proprio nell'ultimo anno targato Monti. Secondo l'Inps le domande di disoccupazione fanno segnare un più 12,84 per cento rispetto ad ottobre 2011. E come se non bastasse c'è un più 16,81 per cento sempre di domande per la disoccupazione lievitato fra gennaio e ottobre del 2012. I posti di lavoro che sono stati persi hanno raggiunto livelli troppo forti per far stare tranquilli gli italiani. Altra nota dolente: la mano fatata dei tecnici non ha fatto meglio del governo precedente. Berlusconi aveva lasciato la disoccupazione all' 8,4 per cento ora è all' 11. Cassa integrazione - Non vanno bene le cose nemmeno sul fronte Cassa integrazione. Tante imprese ne hanno richiesto l'attivazione per i loro dipendenti. La richiesta è stata massiccia. Anche in questo caso Monti non ha fatto nessun miracolo, anzi ha peggiorato la situazione. Nel 2012, secondo l'Inps, le domande per la Cassa integrazione sono cresciute del 27,5 per cento rispetto al 2011. Un' enormità. Un dato su cui riflettere. Questo tipo di intervento non è certo un segnale positivo per il mercato del lavoro, nè per la produttività delel imprese. Ma le aziende schiacciate dal carico fiscale non hanno potuto far altro che chiedere la cassa integrazione. Tasse fino alla fine - Il carico fiscale infatti con il governo Monti è schizzato alle stelle. Dal 42,60 per cento del governo Berlusconi è decollata al 45,30 del governo Monti. Va bene che lo Stato ha bisogno di liquidità, ma alzare così tanto l'asticella del peso fiscale di certo non favorisce nè i consumi, nè la produttività delle imprese. Se tutti sono impegnati a pagare le tasse nessuno ha più soldi da mettere in circolo per l'economia di mercato. Inoltre analizzando la serie storica che va dal 1995 al 2012, sempre secondo i dati dell'Inps,si scopre che i governi di centrodestra guidati dal Cav sono stati gli unici a tenere a bada la pressione fiscale.  Pil negativo - Allargando invece il discorso in chiave sistemica e analizzando da vicino i dati sul Prodotto interno lordo, la realtà del governo monti è drammatica. Nel 2010 sempre con Berlusconi al governo il Pil aveva il segno più. Più 2 per cento nel 2010 e più 0,5 nel 2011. Nel 2012 con monti a Palazzo Chigi il Pil è andato a picco ed è entrato in fase negativa. Meno 2,5 per cento nel 2012 e una previsione di meno 0,5 per il 2013. Tornerà a crescere, forse nel 2014.  Tutto più caro - L'inflazione. Nemmeno quella il governo dei Prof è riuscito a tenere a freno. I ministri di Monti e il prof stesso lasciano con un record. Inflazione con un bel più 3 per cento rispetto al 2010. Perchè? Il solito motivo: tasse,tasse e ancora tasse. Secondo i dati Eurostat questa impennata è dovuta alla crescita delle accise sulla benzina e all'aumento dell'Iva. Inutile dire che con un inflazione alle stelle ancora una volta c'è stato un crollo drammatico dei consumi che ha messo in discussione il sistema produttivo delle imprese.  La festa è finita nonostante lo spread - Il governo in loden è riuscito a far scendere solo lo spread. Non proprio per merito suo. Infatti il calo decisivo del differenziale fra i nostri Btp e i bund decennali tedeschi è avvenuto dopo la dceisione della Bce di scendere in campo seriamente contro gli speculatori, acquistando liberamente i titoli sul mercato. la decisione è stata presa da Draghi non certo da Monti. Sì comunque lo spread è sceso. Ma a che prezzo? Quello di uno sfascio sociale incontrollabile. Lavoratori senza lavoro, pensionati senza pensioni, e un Italia senza futuro. Ma con Monti. Ora la festa per il Prof è finita. Davvero.

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