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Renato Schifani (Ncd): "Al Senato voto no all'Italicum e sì alle quote rosa"

Giulio Bucchi
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"Non voterò il testo di riforma elettorale così come si è delineato alla Camera" perché "sono presenti evidenti vizi di costituzionalità". A sganciare la bomba è Renato Schifani, presidente del Nuovo Centrodestra. Una dichiarazione pesantissima, perché a Palazzo Madama la maggioranza a disposizione del premier Matteo Renzi è sulla carta risicata. Se anche Ncd si smarcasse, diventerebbe fondamentale l'appoggio di quello che fino ad oggi è stato l'alleato-ombra, Forza Italia. Schifani: "Perché l'Italicum è incostituzionale" - "E' sufficiente pensare che con il 25% dei consensi un partito - ha spiegato Schifani ai microfoni di Radio Anch'io - può ottenere il 52% dei seggi alla Camera. L'accordo Renzi-Berlusconi non rispetta il Parlamento. Non avremo al Senato atteggiamenti dilatori, ma faremo sentire le motivazioni di ogni singolo senatore". Un fulmine in un cielo tutt'altro che sereno, dopo la bagarre a Montecitorio sulle quote rosa, bocciate con voto (segreto) bipartisan degli uomini di tutto l'arco parlamentare, per la rabbia delle donne, soprattutto quelle del Pd. In quel caso, sottolinea l'esponente Ncd, "ha prevalso, attraverso il voto segreto, l'accordo Renzi-Berlusconi e una volontà di conservazione. Al Senato, dove il voto è palese, il Nuovo centrodestra farà di tutto per assicurare il diritto di rappresentanza alle donne". La strategia di Alfano - Tutto lascia pensare che Angelino Alfano e Ncd siano altamente preoccupati dalle intese raggiunte tra Renzi e Forza Italia. L'ostruzionismo sull'Italicum è da leggere come il catenaccio di una squadra in difficoltà. E non a caso è lo stesso Schifani a fornire l'assist per il contropiede a mezzo Pd, che imbufalito per la gestione renziana ha già minacciato vendette al Senato. "Una soluzione potrebbe essere quella che deriva dall'approvazione del nostro emendamento sulle preferenze - la butta lì il presidente del Nuovo Centrodestra -, che delinea la bontà della nostra proposta perché sarebbero esclusivamente gli elettori a scegliere chi mandare in Parlamento e non - ha concluso - una decisione di una stretto gruppo dirigente che nomina i parlamentari". La confusione è grande sotto il cielo della politica italiana. Tanto grande che di maggioranze e opposizioni ce ne sono più d'una, intercambiabili: Renzi con Forza Italia da una parte, Ncd e mezzo Pd dall'altra. Li chiamano due forni, rischiano di essere il tunnel in cui si sta infilando il premier. di Claudio Brigliadori

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