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Dritto e rovescio, Giuseppe Cruciani contro Scurati: "Chi deve ringraziare"

Roberto Tortora
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Tiene ancora botta il caso della censura ad Antonio Scurati, che avrebbe dovuto leggere un monologo antifascista in occasione delle celebrazioni del 25 aprile durante la trasmissione di Serena Bortone su Rai3, Che sarà e, invece, è stato bloccato all’ultimo momento, adducendo motivi contrattuali che, poi, si sono rivelati fallaci.

Da lì si è scatenata una polemica feroce tra destra e sinistra, governo e opposizione, sulla libertà di parola in Italia. Polemica che il premier, Giorgia Meloni, ha provato a smorzare pubblicando sui suoi profili social il testo integrale del monologo dello scrittore. Di questo si discute e si dibatte a Dritto e Rovescio, il talk di approfondimento politico di Rete 4, in onda ogni giovedì sera a conduzione di Paolo Del Debbio.

 

 

 

Tra gli ospiti in studio c’è anche Giuseppe Cruciani, giornalista e speaker di Radio 24, per la quale conduce il seguitissimo programma irriverente La Zanzara. Cruciani, alla fine, pensa che tutta questa polemica nazionale e sovranazionale abbia solo fatto bene a Scurati e lo dice con forza: "Io penso che, alla fine, Antonio Scurati debba dire grazie al governo di centrodestra. Ovviamente non c'è nessun pericolo fascistoide, non c'è nessuna deriva fascistoide, in Italia c'è il massimo della libertà possibile e immaginabile ed è giusto che sia così. Credo che alla fine Scurati, per carità una persona già conosciuta e che vendeva i suoi libri, debba dire grazie. Perché? Notizia di oggi: le vendite del suo ultimo libro hanno avuto un picco in questi giorni. Benissimo per lui, siamo tutti a favore dei soldi e a favore dell'arricchimento delle singole persone".

 

 

 

"Credo che, alla fine, debba dire grazie a quei dirigenti della Rai che, secondo me sbagliando, gli hanno impedito di fare quel monologo, perché – spiega Cruciani - sarebbe rimasto circoscritto all'interno di Rai 3. Al contrario, invece, quel monologo, anche grazie alla Meloni che lo ha diffuso nei suoi social, è diventato di dominio pubblico, anzi è uscito al di fuori dell'Italia. Io dico che deve dire veramente grazie a quei dirigenti che lo hanno censurato e non lo hanno fatto parlare in Rai”.

 

 

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