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"Vi spiego come truccare le elezioni e comprare le preferenze"

Andrea Tempestini
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Nel giorno del voto, nel giorno in cui l'Italia elegge i suoi rappresentanti per il Parlamento europeo, Il Fatto Quotidiano sbatte in prima pagina il colloquio con "un signore che accetta di parlarci", ma pone "ferree" condizioni: "Nessun riferimento né a luoghi meno che mai a nomi". Il signore, scrive Il Fatto, "lo abbiamo incontrato in una città del Sud". E il signore racconta, anonimamente, come si compra un voto. Come si truccano le elezioni, insomma. Il passato - L'uomo premette che "la situazione non è più come una volta", perché al tempo delle schede-lenzuolo e delle preferenze, nella Prima Repubblica insomma, "il meccanismo era semplice (...), non c'erano i computer ma le calcolatrici tascabili". E, soprattutto, "in una lista con trenta candidati avevi una possibilità quasi infinita di combinazioni da assegnare". Dunque, "a chiusura dello spoglio, tu sapevi esattamente come aveva votato lelettore, se ti aveva tradito". Tempi più duri, poi, con la preferenza unica: si truccava con la "scheda ballerina" (quella consegnata fuori dal seggio, già compilata), ma il metodo è pericoloso, "si finisce in galera". Le "tariffe" - Oggi, con le tre preferenze, "bisogna essere scientifici". Per primo il bacino a cui attingere: "Devo rivolgermi a chi non vota, agli astenuti, a quelli che non hanno alcuna ragione per infilare una scheda nell'urna". Già, perché il signore offre un buon motivo per votare: "I soldi. Da un minimo di venti a un massimo di cinquanta euro". Spiega che alcuni candidati, complessivamente, mettono sul piatto 50 o 100mila euro: "Nei collegi ampi ti puoi giocare l'elezione per poche migliaia di voti, noi puntiamo a quelli, offriamo l'ultimo litro di benzina che serve a fare il pieno e a stare sicuri". Contropartite - E in cambio, cosa prende il "signore", cosa prende l'organizzazione che trucca il voto? "Non soldi, a quelli puntano i pezzenti del mestiere, ma relazioni. Farsi amico un deputato europeo che ti è grato per l'elezione significa entrare nel gioco dei contributi, soprattutto nel Sud. Da lui puoi portare l'imprenditore che vuole investire, il sindaco alla ricerca di un sostegno per sbloccare una pratica. Insomma, le relazioni sono oro". Il meccanismo pratico, conclude, è semplice: oggi "sulla scheda puoi scrivere tre nomi, due maschi e una donna o viceversa. Puoi indicare solo il cognome o il nome e il cognome, quindi li puoi invertire (...). Su 17 candidati, penso alla circoscrizione Sud, puoi mettere insieme una infinità di combinazioni. E' complicato, ma oggi ci sono i computer, basta avere gli elenchi degli elettori e il gioco è fatto".

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