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I dubbi di Renzi sulla riforma elettorale: tra il "Democratellum" dei 5 Stelle e l'Italicum fatto con Berlusconi

simone cerroni
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Una serie di dubbi stanno tormentando Matteo Renzi, alla prese con la voglia di dialogo dei grillini, disposti a sedersi al tavolo delle riforme. Prima fra tutte la legge elettorale firmata dal Movimento 5 Stelle e soprannominata Democratellum. Un sistema proporzionale impuro con cui superare l'Italicum (frutto dell'accordo con Berlusconi) e il Consultellum (il proporzionale puro che ci ha consegnato la sentenza della corte Costituzionale). Sempre nella testa del premier c'è anche la riforma partorita al Nazareno con il Cavaliere. Allora c'è da chiedersi: Il fragile dialogo Renzi - Movimento Cinque Stelle può produrre qualcosa in grado di stracciare il patto del Nazareno? Quella del Movimento è solo una tattica volta a spaccare l'intesa tra Forza Italia e Pd? Se lo chiede il sito International Business Times. Le perplessità di Renzi - La proposta grillina si incentra su un "sistema di voto proporzionale in circoscrizioni di dimensioni intermedie che, pur essendo sensibilmente selettivo, grazie alla formula del divisore corretta, consente l'accesso al parlamento anche alle forze politiche piccole. La proposta poi garantirebbe a una forza che ottiene il 40% dei voti di avere oltre il 50% dei seggi in Parlamento. E allora, la soglia del 40%, visto il trionfo alle Europee, potrebbe invogliare Renzi? Non più di tanto. Il premier è consapevole che il 40,8% del 25 maggio è difficile da riottenere a delle politiche. Renzi vorrebbe una legge elettorale pronta all'uso e che garantisca la governabilità ad un unico vincitore. Inoltre, come riporta La Stampa, "dopo aver proposto lo streaming, pare che Renzi non parteciperà all'incontro, mandando due fedelissimi come il ministro Boschi e il portavoce Guerini". Un segno questo che la dice lunga. Il presidente del Consiglio sarebbe più interessato ad un nuovo faccia a faccia con Berlusconi. Una faccia che non metterebbe, seppur manderebbe una ristretta cerchia, nell'incontro con i 5 stelle. L'interesse quindi, riporta Ibt, sarebbe quello di "mantenere Grillo nell'angolo in cui si trova, senza permettergli di uscire". Le differenze -  Inoltre, le due leggi sul tavolo (Italicum-Renzi, Democratellum-Cinque Stelle) nascono su due basi molto distanti. Il primo prevede le liste bloccate, il secondo le preferenze. La legge elettorale di Renzi è impostata su un doppio turno con ballottaggio, ma soprattutto parte da un sistema maggioritario, a differenza del proporzionale corretto dei Cinque Stelle. Renzi ha comunque più volte difeso il patto del Nazareno con Berlusconi, anche a costo di epurare i dissidenti interni. Senza dimenticare che le soglie dell'Italicum (sbarramento al 4.5%) mettono a rischio la futura permanenza in Parlamento dell'alleato Alfano, che con il suo NCD ha superato di un soffio il 4% alle Europee. Il guadagno dei grillini - "L'apertura nei confronti di Renzi - riporta Ibt - permette ai Cinque Stelle di centrare comunque un triplice obiettivo: mostrarsi dialoganti, in antitesi alla netta chiusura imposta da Grillo con lo streaming-show del febbraio scorso, trovare spazio per far conoscere le propria proposta di riforma di legge elettorale, riprendersi in parte la scena mediatica dopo il ko alle Europee". La proposta del M5s è un bluff o una trappola per Renzi? La proposta, date le larghe differenze, porta alla nascita di un dialogo già di per sé monco. Quindi la proposta potrebbe rappresentare solo un intento dei grillini per farsi vedere disposti al dialogo, per poi, una volta ripreso l'Italicum, dire: "Noi ci abbiamo provato, il Pd non è aperto al dialogo".

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