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Camere, tagli per i dipendenti, ma è protesta

Ignazio Stagno
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La Camera e il Senato danno il via libera al taglio degli stipendi dei dipendenti. Gli Uffici di presidenza hanno approvato oggi le linee guida sui tetti salariali, che, però, sono ancora tutti da definire, eccetto quello massimo, relativo ai consiglieri parlamentari, che non potrà superare i 240mila euro annui. Ma la decisione di Grasso e Boldrini è stata accolta con una protesta dai dipendenti. Un centinaio hanno inscenato una sorta di sit-in davanti alla Biblioteca della presidente Laura Boldrini per segnalare ai componenti dell'ufficio di presidenza il loro malcontento: "Bravi, Bravi, Bis!" e "grazie!".  Contestazione - La più contestata è stata la vicepresidente Marina Sereni (Pd), che ha la delega sul personale. Proteste non sono mancate anche nei confronti dei questori ed ai Cinque Stelle Luigi Di Maio e Riccardo Fraccaro. Una contestazione mai vista nei solitamente ovattati e silenziosissimi corridoi di Montecitorio, dove non si era mai assistito ad una iniziativa cosi' massiccia dei dipendenti, che si oppongono duramente ai tagli e protestano per il fatto di non essere stati ammessi all'Ufficio di presidenza.  La trattativa - Il tetto, che comprende tutte le voci retributive, è quello previsto dal Dl Irpef: sarà più basso per le altre categorie, "in modo da mantenere inalterati i rapporti retributivi oggi esistenti tra le varie professionalità". La soglia per i dipendenti che non sono consiglieri, dunque, non è stata ancora definita, ma è certo che la contrattazione non sarà facile.  Boldrini contestata - "E' un passo importante e positivo quello fatto stamattina dall'ufficio di presidenza della Camera, che ha approvato, in parallelo con il Consiglio di presidenza del Senato, gli indirizzi per la contrattazione con le organizzazioni sindacali dei dipendenti sul nuovo assetto retributivo, in linea con il principio dei tetti massimi che vale per tutte le amministrazioni pubbliche". Così in una nota la presidente della Camera Laura Boldrini annuncia la decisione dell'ufficio di presidenza di mettere un tetto agli stipendi dei dipendenti di Montecitorio. "E' un atto - commenta Boldrini - che vuole rafforzare l'istituzione parlamentare, mettendola sempre più in sintonia con la realtà difficile che sta vivendo il Paese e che a tutti deve essere ben presente. Spiace e rattrista che non lo abbiano capito quei dipendenti della Camera che stamattina hanno inteso contestare nei corridoi le decisioni che venivano prese dall'Ufficio di Presidenza".

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