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Goffredo Bettini su Elly Schlein: "Non la sento da un anno. Vedremo cosa saprà fare alle politiche"

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"Quando ho sentito l'ultima volta Elly Schlein? Una settimana dopo la sua elezione a segretaria": Goffredo Bettini lo ha detto al Corriere della Sera, rivelando di fatto di non avere contatti con la segretaria del Pd da oltre un anno. Proprio lui che invece in passato aveva sostenuto convintamente la nuova leader, definendo "una necessità" la costituzione del campo largo col Movimento 5 Stelle. 

Per quel che riguarda il suo giudizio sul Pd, invece, è ambivalente: "Su alcuni temi, penso al salario minimo, o all’ambiente e alla sanità, abbiamo assunto una posizione più limpida. Sulla riforma del partito s’è invece fatto molto poco. È urgente correggere. Il rischio è una impostazione, e gestione, 'solitaria'. Quindi inevitabilmente debole, e costretta a trovare sempre un compromesso con i dirigenti forti sul territorio, che dominano un sistema di tessere e consenso, declinato solo in termini di controllo del potere". 

 

 

 

Su quanto successo a Bari, con esponenti dem coinvolti in diverse inchieste giudiziarie, Bettini invece ha detto: "Trovare e perseguire le 'mele marce', io credo sia compito della magistratura, non del Pd. Noi dobbiamo però evitare che quelle mele, se davvero ci sono, trovino terreno fertile in un partito che si riduce ad essere prevalentemente 'istituzionale', interessato solo a incarichi di governo e, appunto, come spiegavo, alla gestione del conseguente potere". La soluzione, secondo lui, sta in "un gruppo dirigente plurale, ma selezionato sulla qualità. Tutti i leader e le personalità di valore riconosciuto devono sedere in segreteria: da Orlando a Guerini, da Bonaccini a Cuperlo, dalla Tinagli a Gori...". 

In ogni caso, per Bettini "la vera prova per la Schlein non sono le Europee, ma le Politiche. Vediamo che capacità avrà di costruire una coalizione credibile". Infine, di nuovo un appello a costruire un campo largo: "Dev’esserci, con il Pd, una seria area centrista: non penso a Renzi e Calenda, che sono respingenti anche tra di loro, ma a personalità come Rutelli e ad alcuni sindaci delle grandi città. E poi, ovvio, i 5 Stelle di Conte".

 

 

 

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