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Jean Claude Juncker e lo scandalo in Lussemburgo

Lucia Esposito
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Jean-Claude Juncker presidente della Commissione europea al centro di un gravissimo scandalo. E' scoppiato infatti il caso "Luxleaks" secondo cui il governo del Lussemburgo avrebbe infatti concesso negli anni scorsi favoritismi fiscali a 340 multinazionali stipulando patti segreti e Juncker che ha guidato il Paese da 1995 al 2013 non sarebbe estraneo.  "Accordi segreti tra le autorità del Lussemburgo e trecento aziende in tutto il mondo, tra cui 31 in Italia, per spostare flussi finanziari enormi pagando tasse minime". Lo scandalo è emerso da un'inchiesta giornalistica internazionale, pubblicata in 31 Paesi, che sta imbarazzando il neo presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker, e con lui tante multinazionali, tra cui giganti come Amazon, Ikea, Deutsche Bank Procter & Gamble, Pepsi e Gazprom. I documenti - Nelle 28mila pagine di documenti riservati emergono i legami esistenti tra le multinazionali e le autorità del Granducato.  Si tratta, come sintetizza 'L'Espresso', che ha avuto l'esclusiva per l'Italia, di "un'emorragia di fondi, perfettamente legale, che sottrae risorse dall'economia del resto dell'Ue". Malgrado l'imbarazzo, la Commissione parla di un tipico caso di "aiuti di Stato". 

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