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Tutta Forza Italia salta sulla Cassazione: "Ora riabilitate il Cav"

Nicoletta Orlandi Posti
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Silvio Berlusconi non commenta. Meglio di no. È vero che non è più un “vigilato speciale”, ma da questa esperienza di espiazione della pena ha tratto un insegnamento sacrosanto: sui giudici, meglio una parola in meno che una critica in più. Il Cavaliere lascia che sia il partito a commentare l'inchiesta di Libero. Stessa Corte di Cassazione, stesso giudice, stesso reato contestato, ma due giudizi diversi. Quello per Berlusconi è di colpevolezza, l'altro no. «Come tutto questo sia potuto accadere e come la stessa Corte, costituzionalemente votata a costruire l'uniformità del diritto, rimane un mistero», dichiara la vice capogruppo azzurra Mariastella Gelmini: «Con una Cassazione bifronte, per la giustizia c'è il rischio di finire al macero». Il presidente dei deputati di Forza Italia Renato Brunetta è «senza parole». Il giudice di ultima istanza «giudica una causa identica a quella in cui è stato condannato Berlusconi e stabilisce che il verdetto è contrario alla giurisprudenza, rimangiandosi la sentenza sul nostro presidente». È «sconcertato» anche il capo dei senatori forzisti Paolo Romani, secondo cui la vicenda è «l'ulteriore dimostrazione che quello in atto nei confronti di Berlusconi è un attacco alla democrazia». Verso Silvio, concorda il vice presidente del Senato Maurizio Gasparri, «si è fatto un evidente uso politico della giustizia a tutti i livelli». Secondo la deputata di Fi Jole Santelli «aveva ragione chi diceva che in Italia la giustizia non è uguale per tutti». Per Berlusconi i magistrati «hanno sempre usato un rigore su misura». L'inchiesta di Davide Giacalone è «una vera e propria bomba», dichiara il senatore Lucio Malan, «che certifica la mostruosità di tutta la procedura che ha portato alla estromissione dal Parlamento dell'italiano più votato di tutti i tempi». Ci vuole «una giornata di lutto nazione per la giustizia», dichiara il senatore forzista Cosimo Sibilia, «una parte della magistratura sta dando l'estrema unzione alla democrazia di questo Paese». Per l'ex direttore del Tg1 Augusto Minzolini, «il fatto che due sezioni della stessa Corte, con lo stesso relatore, giudichino in maniera difforme lo stesso reato, condannando Berlusconi e dieci mesi dopo assolvendo un altro imputato, offre un'immagine non esaltante dello stato della giustizia italiana». Con Berlusconi, dice il senatore di Forza Italia Andrea Mandelli, «ogni regola diventa un'eccezione contraria». È una figuraccia mondiale, attacca la deputata Paola Pelino: «Questa vicenda non ci rende un buon servizio agli occhi della comunità internazionale». Domanda Daniela Santanchè: «Come facciamo ad avere fiducia nella giustizia quando la magistratura usa due pesi e due misure?». Ancor più duro il commento dell'altro deputato azzurro Luca D'Alessandro: «Ucciso il nemico giurato Silvio Berlusconi, la Cassazione ha poi ripreso ad amministrare la giustizia seguendo la legge e le regole del diritto». Ecco perché, conclude, «la magistratura ha perso così tanta credibilità agli occhi dei cittadini». Il fatto che «la mano dolorante» dello stesso relatore della sentenza Mediaset «prenda le distanze dalla condanna di Berlusconi, non può passare sotto silenzio», denuncia il presidente della Commissione Affari costituzionali Francesco Paolo Sisto. «La Corte europea di Strasburgo dovrà al più presto restituire a Berlusconi tutto quanto è stato ingiustamente sottratto». Chi ripaga il Cavaliere? Berlusconi, ricorda la portavoce dei gruppo parlamantare a Montecitorio Mara Carfagna, «ha perso il suo seggio al Senato, ha visto limitata la sua libertà di movimento, ha dovuto rinunciare alla agibilità politica e ciò ha causato, oltre alle ovvio sofferenze personali, anche un grave vulnus per i moderati italiani». La distanza tra la magistratura e i cittadini, attacca il deputato azzurro Ignazio Abrignani, «si fa sempre più ampia se si continua a procedere in questo modo».

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