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Brunetta e Schifani da NapolitanoIl Colle e il Pdl al lavoro per salvare Silvio e il governo

Lucia Esposito
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La crisi di governo, almeno per ora, è scongiurata. Il discoroso di Silvio Berlusconi in via del Plebiscito ha tranquillizzato Enrico Letta, ha di fatto (per ora) escluso la possibilità del voto ad ottobre. E soprattuttto è piaciuto a Giorgio Napolitano che voleva sentire le parole che ha detto Berlusconi: il Governo deve andare avanti e il Parlamento deve continuare a fare le riforme volute dal governo". Berlusconi non ha parlato delle dimissioni di massa dei parlamentari pidiellini, non ha fatto alcun riferimento alla possibilità della grazia. E anche questo è piaciuto al Presidente Napolitano. E non è poco alla vigilia di una settimana politica molto calda in cui dovrebbero essere approvati dei provvedimenti che se saltassero metterebbero a repentahlio l'impianto del programma parlamentare di settembre. Ed è proprio in questo clima, decisamente più disteso rispetto ai giorni scorsi, che Napolitano incontrerà i capigruppo del Pdl Renato Schifani e Renato Brunetta. Un incontro in cui si cerca sostanzialmente una strada per dare "agibilità politica" a Berlusconi. Esclusa la possibilità della grazia, l'incontro di oggi con Napolitano è statro preceduto da alcune precondizioni filtrata nei giorni scorsi dal Colle e di cui parla il Corriere della Sera. La prima, la garanzia che sarà preservata kla stabilità delle larghe intese e che non si rincorrono elezioni; il fatto che nella manifestazione non si sia parlato di grazia.  Le due  soluzioni possibili - Napolitano quindi ascolterà le proposte dei capogruppi per dare forma di "agibilità politica" all'ex premier dopo la condanna della Cassazioine. Scartata la grazia che non è possibile per chi ha in corso altri processi, di tratterebbe di costruire altre ipotesi parlamentari e da inserire anche in una possibile riforma della giustizia. Lo stesso Brunetta parla di partire delle proposte di riforma elaborate dai saggi. "Le proposte dei saggi sono un ottimo punto di partenza, sono il viatico per l'inizio di quella pacificazione di cui l'Italia ha tanto bisogno e di cui il Presidente si è fatto garante all'inizio del secondo mandato", scrive l'ex ministro Brunetta al Giornale. Insomma si tratta di dare veste normativa alle proposte dei saggi. Brunetta sottolinea come una possibilità arriverà a breve, mercoledì 7 agosto, quando la giunta per le elezioni del Senato dovrà pronunciarsi sulla decadenza di Berlusconi dalla carica di senatore, in applicazione della legge Monti-Severino. Ma, spiega Brunetta, si tratterebbe di applicare una legge a fatti precedenti alla sua entrata in vigore. Una possibilità che presenta dubbi di costituzionalità in base al principio della retroattività della legge. "Lo vieta la Convenzione dei diritti dell'Uomo e la Costituzione impone che quella Convenzione sia rispettata", scrive Brunetta. Ma si pensa anche a un'altra soluzione, il "modello Sallusti" e consiste nella commutazione della pena da detentiva a pecuniaria. Quello che ottenne il direttore del Giornale che scontò ai domiciliari solo 18 giorni, grazie all'intervento di Giorgio Napolitano.

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