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Antonio Bassolino lascia il Pd: la rottura con Renzi, può andare con Pisapia o Mdp

Giovanni Ruggiero
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La pattuglia degli scappati di casa Pd si fa sempre più nutrita, ora con l'addio di Antonio Bassolino. Ex sindaco di Napoli, ex ministro con il governo D'Alema, ex governatore della Campania, comunista con la tessera in tasca, come racconta al Corriere della sera, sin dal 1962. Almeno fino a pochi giorni fa, quando ha deciso di non rinnovare la tessera Pd e sbattere la porta al segretario, seguito fino al congresso della scissione, "anche se non ho votato". L'addio di Bassolino arriva poco dopo quello del presidente del Senato, Pietro Grasso, anche lui in netto disaccordo con la guida accentrantrice renziana. La separazione dell'ex magistrato antimafia aveva più un valore simbolico, quello del ex governatore campano ha tutto il peso di chi ancora oggi nel suo territorio gode di un importante seguito elettorale. Senza partito però Bassolino non resterà a lungo. Anzi, mentre soffriva stretto nei ranghi Dem, già sondava il terreno in cerca di nuovi approdi: "Ho guardato con interesse a Pisapia - ha ammesso - Sono stato in piazza Santi Apostoli sotto il balcone dell'Ulivo portando un ramoscello bene augurante regalatomi dal mio amico geografo Ugo Leone. Ho partecipato alla Festa di Mdp - ha aggiunto - dicendo che lì c'era un pezzo del mio mondo. E penso che quella di Pietro Grasso sia stata una svolta significativa nel segno di una riaggregazione del centrosinistra".

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