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Umberto Bossi, con l'elezione a senatore non gli sarà più pignorato il "quinto" della pensione

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Matteo Legnani
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Qualche settimana fa, replicando a un articolo del Corriere della Sera, Umberto Bossi aveva affermato che sul suo conto corrente personale c'erano 5mila euro. E che, come sentenziato dal tribunale , i suoi denari sono frutto del vitalizio e della pensione da parlamentare. Il primo non è pignorabile ai fini del risarcimento dell'ammanco di danaro pubblico conseguente ll'uso privato dei fondi (pubblici) della Lega, mentre la pensione è pignorabile per un quinto. Tutto sommato, nonostante la condanna in primo grado (ee quindi non in via definitiva) a due anni e tre mesi, almeno dal punto di vista economico il Senatur ha contenuto i danni. Ora, con la quasi certa rielezione a senatore grazie alla candidatura ottenuta con la Lega, sia il vitalizio che la pensione verranno sospesi (compreso il prelievo del "quinto"), ma Bossi incasserà per cinque anni il ben più corposo stipendio da senatore, che non è pignorabile. Leggi anche: Umberto Bossi, quanti soldi gli hanno trovato sul conto i giudici

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