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Luigi Di Maio, volata elettorale da incubo: le brutte voci dentro il M5s, "solo 50 uomini"

Giulio Bucchi
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Non doveva essere così, l'ultima settimana di Luigi Di Maio prima del voto. La campagna elettorale del Movimento 5 Stelle si sta concludendo nel peggiore dei modi, con una squadra di governo che finora ha incassato dei no al limite del clamoroso. I "tecnici" Pier Luigi Ciocca, Laura Mirachian e Claudio Gentile hanno rifiutato una poltrona e a questo si aggiungono voci di "frizioni interne" e un Beppe Grillo sempre più lontano dal candidato premier, con tanto di spettacolo "elettorale" a Roma slittato a fine marzo, dopo le elezioni. Un brutto segnale.  Leggi anche: "Ecco cos'è il partito di Di Maio", la mazzata della giudice Secondo il Corriere della Sera, sono rimasti "solo" 50 nomi sul taccuino di Di Maio. Da quella lista uscirà il possibile governo pentastellato, ma ci sarebbero "malumori interni" e voci di "dissidi ai vertici". Anche per questo si attende la risposta della piazza, con il comizio finale del 2 marzo in piazza del Popolo a cui, salvo imprevisti, parteciperà lo stesso Grillo. Ma proprio a Roma è esploso un altro caso interno: Roberta Capoccioni, presidente grillina del Municipio III, è stata sfiduciata con 13 voti contro 12. Chiamalo autogol all'85'.

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