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Luigi Di Maio e Sergio Mattarella: il momento esatto in cui tra i due è finita malissimo

Matteo Legnani
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Ciao ciao Di Maio. Nell'incertezza che regna sovrana e tale sarà almeno fino a lunedì, una certezza c'è: Luigi Di Maio non sarà premier. Nè ora nè, forse, mai. Motivo? La frattura apparentemente irrimediabile con il capo dello Stato Sergio Mattarella, al quale è bastato un doppio dio di consultazioni per capire con che razza di personaggio aveva a che fare (e prenderne le distanze). Il primo passo falso dell'ex steward dello stadio San paolo è stato l'appello al ritorno a elezioni, che lui è stato il primo a lanciare. E non c'è cosa che Mattarella veda peggio. Poi, appunto, c'è stato quel secondo giro di consultazioni, quando Fico ha ricevuto i rappresentanti del Pd. E appena Di Maio ha intuito che non tirava aria buona, è partito con l'invettiva che, secondo quanto riporta oggi Il Corriere della Sera, avrebbe definitivamente guastato i rapporti tra il 5 Stelle e il Quirinale: "Noi non saremo mia disponibili a governi di scopo, istituzionali, tecnici e che dir si voglia". Che è esattamente quel che il capo dello stato vorrebbe fare arrivato a questo punto. Boom. Ciao ciao, Di Maio. Leggi anche: Sergio Mattarella, il giudizio su Luigi Di Maio e M5S: roba che fa male

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