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Pordenone, spenti tutti gli autovelox: la decisione che può cambiare tutto

Alessandro Dell'Orto
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Dove non è arrivato il misterioso, estemporaneo ma cattivissimo Fleximan - l’uomo mascherato che ha distrutto con un flessibile decine di autovelox in Veneto e poi ha trovato seguaci nelle altre regioni d’Italia diventando l’eroe dei perseguitati dalle multe - è arrivata la Cassazione. Eh sì, la legge fa più paura di uno sgangherato supereroe e il comune di Pordenone, terrorizzato da una recente sentenza, ha preso una decisione inattesa e controcorrente: addio autovelox, impianti tutti spenti e chissenefrega del solito e solido tesoretto guadagnato con le contravvenzioni per eccesso di velocità che, da anni, aiuta a ingrassare i bilanci dei comuni facendo impazzire e incazzare spesso a ragione - automobilisti e motociclisti. Il rischio adesso è troppo alto, avranno pensato il sindaco Alessandro Ciriani e i suoi consiglieri spaventati dalla decisione presa a metà aprile dai giudici di Roma, i quali hanno respinto il ricorso del Comune di Treviso e annullato la multa presa da un automobilista nel 2021 mentre stava viaggiando a 97 chilometri all’ora in un tratto in cui la velocità massima consentita è di 90.

EFFETO FLEXIMAN Il motivo? Molto semplice, l’autovelox che aveva rilevato la violazione era stato solo “approvato” e non “omologato”. Eccolo, è questo lo snodo della vicenda che rischia di mandare in cortocircuito la tanto dibattuta e discussa questione sul controllo elettronico della velocità e i facili guadagni dei Comuni. Gli “ermellini” della Cassazione hanno precisato che «la sentenza impugnata ha operato una distinzione tra i due procedimenti di approvazione e omologazione: il primo consiste in una pratica che non richiede la comparazione del prototipo con caratteristiche ritenute fondamentali o con particolari prescrizioni previste dal regolamento, mentre l’omologazione ministeriale autorizza la riproduzione in serie di un apparecchio testato in laboratorio, con attribuzione della competenza al Ministero dello Sviluppo Economico».

 


Una decisione storica. «E chiarissima - ha spiegato recentemente l’avvocato Fabio Capraro, vicepresidente nazionale dell’associazione Migliore tutela, che da anni porta avanti la battaglia per la corretta applicazione dei due concetti di approvazione e omologazione - anche se chi ha già pagato non avrebbe i margini per farsi restituire le somme. Sempre che non si ravvisasse un reato penale, ad esempio la truffa: le ammende sarebbero state elevate facendo credere che gli strumenti fossero a norma quando invece non lo sarebbero stati. È un campo assolutamente nuovo in cui si stanno applicando varie associazioni di consumatori e utenti della strada. Tra l’altro se il Comune andasse avanti con l’emettere ammende grazie a questi autovelox si potrebbe ravvisare il danno erariale ogni qual volta l’Ente resista contro una sentenza avversa sapendo di essere dalla parte del torto».

 


Questa sentenza, dunque, ha aperto una strada molto pericolosa, rappresentando un precedente che consentirebbe agli automobilisti multati in quella tangenziale di Treviso di presentare ricorso al giudice di pace, con il conseguente rischio per il Comune di veder annullate le contravvenzioni che solo nel 2023 hanno portato nelle casse comunali circa 8 milioni di euro. Un bel problema. Che non vogliono dover affrontare a Pordenone, dove quindi, proprio per questo motivo, la polizia locale ha spento gli impianti elettronici contro la velocità (Friuli Venezia Strade, l’ente gestore della rete principale della viabilità regionale, invece, ha deciso di lasciare tutto in funzione) per evitare di incappare in una serie di insidiosissimi ricorsi simili.

 

«Almeno fino a quando non sarà fatta chiarezza sull’interpretazione concreta della sentenza- ha spiegato il comandante dei vigili Maurizio Zorzetto ai giornalisti - la decisione è stata questa». Non tutti, però, sono della stessa opinione del comune di Pordenone: ci sono sindaci che, interpretando la decisione della Cassazione come uno stop solo ad alcune tipologie non omologate degli autovelox, hanno deciso di andare avanti con le multe, fregandosene di tutti quegli automobilisti pronti a fare battaglie legali. Sì, quelli che hanno capito che la legge è più efficace di Fleximan.

 

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