Governo, gli otto senatori grillini che faranno cadere il Salvini-Di Maio

di Matteo Legnanidomenica 27 maggio 2018
Governo, gli otto senatori grillini che faranno cadere il Salvini-Di Maio
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Sei senatori. La maggioranza è tutta lì. Quello è il margine di "vantaggio" di cui Lega e M5S godono a palazzo Madama. E Il Fatto Quotidiano scende nelle pieghe della compagine 5 Stelle, fatta da 109 senatori, sottolineando quanto sia variegata, al di là di una ventina di nomi di riconfermati di "stretta osservanza". E per arrivare a indicare otto nomi che potrebbero mandare a fondo il Salvini-Di Maio. Sono quelli più distanti dall'accordo con la Lega, in particolare sui temi dell'immigrazione e della legittima difesa, scrive sempre Il Fatto. Capofila di questi "scontenti" è Paola Nugnes, vicinissima a Roberto Fico. C' è poi Saverio De Bonis , neo senatore eletto a Potenza, che ha pubblicamente espresso il suo disappunto per l' interesse di Matteo Salvini al ministero dell' Agricoltura. La Lega non ha fatto mistero di avere a cuore anche il pacchetto delle infrastrutture: chissà cosa ne pensa il neo senatore grillino Gianmarco Corbetta , che in Brianza da anni porta avanti la battaglia No-Ped, quella contro l' autostrada Varese-Bergamo, tanto cara agli amministratori della Lega. Leggi anche: Salvini-Di Maio, i numeri risicatissimi della maggioranza Altro tema "divisivo", i diritti civili. Al Senato siede Matteo Mantero , che nella scorsa legislatura ha scritto la legge sul biotestamento, quella su cui Salvini disse: "Mi occupo dei vivi, non dei morti". A Palazzo Madama c' è anche Alessandra Maiorino , eletta a Fiumicino e paladina anti-omofobia. Tra i "vecchi" non mancherà di farsi sentire Nicola Morra, custode dell'ortodossia M5S che, non a caso, la settimana scorsa ha auspicato che "Beppe" sia "presentissimo, vigile, sempre pronto a stimolare e sollecitare". Ieri, durante l' assemblea con Di Maio, Morra ha fatto un paio di appunti al nascente governo, in particolare su scuola e infrastrutture al Sud. Coscienza critica anche quella di Elio Lannutti che da giorni cannoneggia contro il premier "tecnico" e ieri ha - pacatamente - detto la sua sul toto-ministri: "Leggo nomi estranei a principi e valori, cariatidi, lestofanti del potere marcio e corrotto, legati a cricche, logge coperte, grembiulini, pseudo Autorità e manutengoli del potere che ho combattuto per oltre 30 anni. Spero di sbagliarmi, ma se così fosse, sarebbe una tragedia ed il tradimento di un sogno". Infine,  Gianluca Ferrara , direttore di Dissensi Edizioni, oggi senatore M5S , assai scettico sul corso delle trattative: "Sono favorevole a puntare a trovare un dialogo e a stipulare un contratto per il bene dell' Italia che è superiore a ogni logica di bottega, ma con certi politici di professione anche un contratto temo sarebbe come mescolare un buon whisky d' annata con mezzo litro d' acqua".

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