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Luigi Di Maio, il crollo nervoso e il drammatico sospetto su Matteo Salvini: nel M5s gira una voce

Giulio Bucchi
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Lo psicodramma di Luigi Di Maio. Domenica prima di pranzo era sicuro di andare al governo, era anche riuscito a strappare un posto da vicepremier. Poi la situazione è precipitata: il no di Sergio Mattarella a Paolo Savona, gli ultimi disperati tentativi di mediazione, la convocazione al Quirinale. Una volta capito che non c'era più speranza, il leader del Movimento 5 Stelle si è lasciato andare sui social e in piazza, a Fiumicino: "È successo qualcosa di incredibile", ha accusato il Quirinale, chiesto addirittura l'impeachment per il presidente. Accuse gravissime, con una tesi chiara: tutta la responsabilità è di Mattarella. Parole ribadite anche da Fabio Fazio, con una telefonata non preventivata in diretta a Che tempo che fa.  Leggi anche: "Salvini lo fa apposta". Panico M5s, hanno visto i sondaggi della Lega Eppure, in privato, Di Maio si è sfogato con i suoi e ha dato un'altra versione. La colpa della crisi è stata anche di Matteo Salvini, che ha detto no alle alternative di Giancarlo Giorgetti o un interim di Giuseppe Conte all'Economia. Il timore già covato negli ultimi giorni di uno scontro frontale voluto da Salvini per ottimizzare in chiave di ritorno al voto le difficoltà di fare e portare poi avanti questo governo (in accordo con Silvio Berlusconi, sospettano molti grillini) si sarebbero insomma tradotte nell'Armageddon di questa domenica 27 maggio. Un fallimento che peserà molto più sulle spalle di Di Maio che del segretario leghista, sia in termini di campagna elettorale (anche per questo, suggerisce il Corriere della Sera, Di Maio ha cercato subito di alzare i toni e le barricate, in una sorta di competizione diretta con il leghista) sia in termini interni. L'impressione, infatti, è che la fronda si stia organizzando e il già paventato ritorno di Alessandro Di Battista, tra i più duri con Mattarella, non è un buon segnale per lui. Così come non è un buon segnale che proprio Salvini, per ora, non l'abbia seguito sulla strada della messa in stato d'accusa del presidente.

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