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Napolitano gela i leader in subbuglio: "No al voto anticipato, prima le riforme, poi mollo"

Da Renzi ad Alfano, da Letta ai superstiti di Scelta Civica, tutti in fila per parlare con re Giorgio. Che ascolta tutti, ma su un punto non cede: "Avanti con le Larghe Intese"

Roberto Procaccini
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Inutile insistere: non si torna presto al voto. Che il governo porti a compimento le riforme che si è preposto (legge elettorale su tutte) e poi si può pensare di sciogliere le Camere. E' questo il discorso che Giorgio Napolitano sta ripetendo a tutti i leader politiche che, da giorni, sfilano nel suo ufficio al Quirinale. Dal segretario Pd Matteo Renzi al grande sconfitto Massimo D'Alema, dai cacicchi di ciò che rimane di Scelta Civica a, da ultimo, il vicepremier Angelino Alfano, sono in molti quelli che sono andati a consultare il (e sfogarsi col) Presidente della Repubblica, si legge sul Corriere della Sera. Il momento è concitato: la crisi del governo sempre paventata, la vigilia del semestre italiano di presidenza dell'Ue, il caso Nunzia De Girolamo che raffredda i rapporti tra democratici e Nuovo Centrodestra, il dinamismo del sindaco di Firenze che crea le riforme che rimangono al palo. Ma Napolitano non vuole sentire parlare di ritorno al voto al buio: "Fate prima quello che dovete fare", è il ritornello che ripete ai suoi interlocutori (a cominciare dal premier Enrico Letta) durante gli incontri. Solo quando il governo di Larghe Intese avrà raggiunto il suo scopo, si potrà votare. E a quel punto, insieme all'avvicendamento a Palazzo Chigi, Napolitano lascerà lo scranno di presidente della Repubblica, aprendo a un nuovo inquilino al Quirinale.

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