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Pd, Renzi: "Serve un nuovo governo"

Ignazio Stagno
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Il tempo è scaduto. Siamo già ai ringraziamenti di fine corsa. Matteo Renzi parla alla direzione del Pd e di fatto congeda il premier da palazzo Chigi: "La direzione del Pd ringrazia il presidente del Consiglio Letta per il notevole lavoro in un esecutivo di servizio nato in un delicato momento politico economico e sociale e per l'apporto dato a questo impegno, assume Impegno Italia come utile contributo e rileva la necessità e l'urgenza di aprire una fase nuova", afferma Renzi. Il messaggio è chiaro. L'esecutivo Letta è al capolinea. A niente sono serviti i flash della conferenza stampa di ieri col nuovo patto di coalizione. Il Pd aveva già deciso il cambio al comando. E così Renzi si prepara per anadre a palazzo Chigi: "La direzione di oggi non sarà un processo al governo, non si tratta di dare colpe al governo per ciò che è accaduto, ma di capire se siamo in condizioni o meno di aprire una pagina nuova. Serve un nuovo governo fino al 2018". Renzi "licenzia" Letta: "Via a un nuovo governo che duri fino al 2018" Guarda il video su Libeotv La fretta - Il suo governo. Renzi non lo dice esplicitamente ma ormai tutti hanno capito, Matteo va a palazzo Chigi. Il rottmatore ha fretta e così afferma: "Qualcuno dice aspettate le riforme, quando potrete fare le elezioni allora sì cambierete l'Italia. Possiamo aspettare che qualcuno lo faccia per noi?", ha chiesto.   "O il Pd ha un protagonismo forte o questo cambiamento si realizza soltanto a parole", ha assicurato, allora "facciamolo noi".  "Si rischia? Certo, ma se il rischio lo dobbiamo correre anche noi la disponibilità a correre il rischio deve essere presa con il vento in faccia", ha proseguito, "ma deve essere un cambiamento che offriamo innanzitutto al dibattito istituzionale".  Poi chiarisce: "La staffetta è quando si procede nella stessa direzione e alla stessa velocità, non quando si prova a cambiare il ritmo". Insomma Matteo è pronto. Ora si aspettano solo le dimissioni ufficiali di Letta. Poi partirà il Renzi 1. Un salto nel buio. Con un premier che non è stato eletto da nessuno. 

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