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Governo Renzi, ecco tutti i nomi in lizza per i ministeri

Andrea Tempestini
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Un esercizio, quello del toto-ministri, a cui l'Italia e gli italiani sono abituati. I governi, nelle cosiddette seconda e terza Repubblica, nascono e muoiono con velocità da prima, di Repubblica. Ultimo esempio, quello di Letta: il suo esecutivo (non piu le larghe intese) è crollato dopo 300 giorni di vita. Ora tocca a Matteo Renzi. Ora si inseguono. già vorticose, le voci sulla sua squadra. Una squadra snella, ha fatto sapere il segretario del Pd ai suoi. Dodici, tredici ministri: dunque in molti resteranno delusi, poiché in ballo ci sono una cinquantina di nomi. Eccoli tutti quanti, in ordine sparso. Bilancino - Tra chi sicuramente ci sarà, ecco il fido scudiero di Matteo, Graziano Delrio (favorito per l'Interno, che Alfano mollerà). Delrio, tra l'altro, lavorerà attivamente alla composizione della squadra. Il premier in pectore vorrebbe riconfermare Angelino Alfano in veste di vicepremier, ma l'ultima parola spetta al leader di Ncd, dubbioso sulla possibile sbandata a sinistra del nuovo esecutivo. Nel delicato ruolo di sottosegretario alla presidenza del Consiglio dovrebbe trovare spazio il braccio destro dell'ormai ex rottamatore, Lorenzo Guerini. Secondo le indiscrezioni, nella squadra ci saranno cinque ministri del Pd, uno di Scelta Civica e dei Popolari per l'Italia, due del nuovo centrodestra, quindi personalità non politiche. Addii senza rimpianti - Di sicuro ci libereremo di Fabrizio Saccomanni, che mollerà l'Economia: al suo posto la favorita è Lucrezia Reichlin, candidata vicegovernatrice alla Bank of England. Ma in lizza ci sono pure Tito Boeri (economista ed editorialista di Repubblica), Pier Carlo Padoan e il "sinistrissimo" Fabrizio Barca (qualcuno fa il nome anche di Lorenzo Bini Smaghi, in stretti rapporti con Renzi). Quindi il ministero del Lavoro: se lo giocheranno l'ex segretario del Pd e di Cgil, Guglielmo Epifani e la giovane "veltronina", Marianna Madia. Alla Giustizia - addio, Anna Maria Cancellieri - dovrebbe arrivare il centrista Michele Vietti, anche se prende quota nelle ultime ore Giovanni Maria Flick. Nella squadra del premier Matteo troverà sicuramente un ruolo Maria Elena Boschi: in pole position per le riforme, ma potrebbe anche finire alla Cultura (dicastero al quale vengono accostati i nomi di Gianni Cuperlo, Matteo Orfini e Alessandro Baricco, le cui quotazioni sono però in calo). Riconferme ed esterni - Maurizio Lupi potrebbe abdicare alle Infrastrutture in favore del Pd: al suo posto potrebbe arrivare Michele Emiliano (avvistato giovedì sera, a pochi minuti dallo strappo, nell'hotel dove stazionava Renzi); oltre ad Emiliano si fa il nome del sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca, intimo con Renzi. Tra le indiscrezioni, si parla anche di Emanuele Fiano alla Difesa. Quindi i nomi esterni alla politiche: nella squadra potrebbero trovare posto l'ad di Luxottica, Andrea Guerra (all'Industria o allo Sviluppo Economico; per quest'ultimo ministero si parla anche di Vittorio Colao, numero uno mondiale di Vodafone). Quindi, come detto, si sussurra su Baricco, ma anche sul fondatore di Eataly, Oscar Farinetti, grande sponsor di Renzi che potrebbe essere dirottato all'Agricoltura. Tra chi invece potrebbe essere riconfermato, Emma Bonino agli Esteri, Andrea Orlando all'Ambiente e Beatrice Lorenzin alla Sanità. Infine gli ultimi nomi: Arturo Parisi, anche lui in lizza per la Difesa, e Bruno Tabacci, leader di Centro Democratico. Tra i papabili al dicastero c'è anche Massimo Zedda, sindaco di Cagliari ed esponente di Sel; oppure Riccardo Nencini, toscano, che appoggiò Matteo alle primarie fiorentine.

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