Milano, 17 apr. (Adnkronos Salute) - Tanto mangi, tanto devi muoverti per smaltire. Più che a una tassa sul cosiddetto junk food, Nicola Basso, presidente uscente della Sicob (Società italiana di chirurgia dell'obesità e delle malattie metaboliche), propone un tipo di avvertenza che metta nero su bianco la necessità di bilanciare le calorie ingerite e quelle 'bruciate' con l'attività fisica. Soprattutto per arginare l'epidemia di sovrappeso e obesità nei bambini e negli adolescenti italiani, i più grassi d'Europa - conferma la Sicob in un incontro oggi a Milano - se si considerano le punte massime raggiunte al Sud: "Quote del 36% in Campania e Puglia", segnala Marcello Lucchese, presidente eletto della Società scientifica. "Su 100 bimbi obesi - avverte Basso, direttore del Dipartimento di chirurgia generale del Policlinico universitario Umberto I di Roma - 15 sono destinati a diventare adulti obesi e malati", colpiti dalle patologie legate a doppio filo con i chili di troppo: dalle malattie cardiovascolari al diabete con tutte le sue complicanze, che vanno dall'insufficienza renale che costringe alla dialisi ai problemi di vista a rischio cecità. "La prevenzione dell'obesità non è una cosa semplice - precisa lo specialista - Perché sia efficace bisogna farla sui piccoli, in età scolare o anche pre-scolare, all'asilo e alle elementari. Poi diventa inutile", assicura. E anche tutte le diete diventate di moda in questi ultimi tempi "hanno una valenza a lungo termine del 3-4% appena", ammonisce l'esperto. Basso è convinto che la lotta all'obesità sia "un problema esclusivamente e specificatamente politico". Per il chirurgo serve dunque un''operazione trasparenza'. "Bisogna scrivere sulle merendine messaggi del tipo: se mangi questo ingrassi 10 grammi, e per smaltirli devi correre o camminare un'ora a passo veloce". Concorda anche Pietro Forestieri, presidente emerito Sicob, direttore del Dipartimento di chirurgia dell'università Federico II di Napoli: "Se un bimbo di 10 anni assume fuori pasto 700 calorie, per bruciarle dovrebbe camminare 3 ore e mezza. Un problema, in una società sempre più sedentaria". Tornare a giocare all'aria aperta, a rincorrere un pallone, è per gli specialisti la ricetta migliore per frenare l'ago della bilancia. Dal canto suo Lucchese, direttore di Chirurgia bariatrica e metabolica al Policlinico di Firenze, spiega di non sposare il concetto di 'cibo spazzatura'. "Secondo me non esiste, non lo conosco - risponde all'Adnkronos Salute - Conosco, questa sì, un''associazione spazzatura'", ossia alimenti abbinati male. Ma in generale l'esperto è convinto che "tutti i cibi, se ben integrati con altri, possono dare come risultato un'alimentazione sana". In altre parole, per il presidente eletto della Sicob è sbagliato demonizzare un alimento a priori. "Non è detto che un bambino non debba mangiare, per esempio, le patatine fritte - dice - L'importante è che non le mangi sempre e che non mangi solo quelle". In ogni caso, se anche "da medico e chirurgo non sento l'esigenza di un 'balzello' su certi cibi - continua Lucchese - a livello politico posso trovare socialmente accettabile tassare ciò che non è indispensabile. Ma un eventuale provvedimento su cibi e bibite andrebbe fatto con criterio" e, "in ogni caso, i proventi dell'ipotetica tassa dovrebbero essere utilizzati per programmi anti-obesità. Campagne informative ed educazionali in grado di sconfiggerla o ridurla". E a questo proposito, secondo il chirurgo dell'obesità "sarebbe sicuramente utile anche in Italia poter contare su una figura come Michelle Obama", che negli Stati Uniti si è fatta promotrice di numerose iniziative contro l'emergenza obesità tra i giovanissimi. "Qualsiasi esempio di personalità conosciuta fa parlare dell'argomento e a noi serve proprio questo", ammette Lucchese. Ma per declinare 'in salsa italiana' l'impegno della first lady americana, "credo che sarebbe meglio puntare su un personaggio dello spettacolo. In Italia - riflette lo specialista - vengono visti meglio dei politici".