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Monossido di carbonio, il gas che ti fa morire bene: le nostre case più pericolose di quelle di 40 anni fa

Andrea Tempestini
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È un killer silenzioso e infallibile, un omicida perfetto che uccide senza avvertire, che si materializza all'improvviso nelle nostre stanze come un fantasma, senza nemmeno l'ombra di se stesso, perché è trasparente e invisibile, ma esercita la sua azione letale in pochi minuti, eliminando senza distinzione chiunque sia presente. Nella notte tra San Silvestro e Capodanno ha stecchito quattro persone e ne ha spedite altre 18 in camera iperbarica, in condizioni cliniche gravissime, le quali hanno evitato la morte in extremis, per pura fortuna. È il monossido di carbonio (CO), un gas velenoso ed insidioso prodotto da reazioni di combustione in difetto d'aria, ovvero a causa di stufe, camini, caldaie, scaldabagni e bracieri a carbonella difettosi o collocati in ambienti non areati, dove questo ossido satura facilmente l'ossigeno (O2) con rapidità divorando tutto quello presente. Colpisce spesso nel sonno, non dà segni di sè perché è inodore ed insapore, e si sprigiona dal calore del fuoco che brucia, invadendo i corpi umani ed animali attraverso il respiro, e trasformando l'ossigeno dei globuli rossi del sangue nella sua letale formula chimica, legandosi e sostituendosi all'emoglobina in essi contenuta, e rendendola di colpo da elemento chimico vitale a mortale. Chi è fortunato si sveglia per il forte mal di testa, avvertendo sintomi come la nausea, dolore al petto e stato di confusione, e si salva uscendo dalla stanza in cerca di aiuto, ma la maggioranza delle persone viene colpita direttamente nel sonno profondo, scivolando inconsapevolmente dai sogni alla morte, restando nella stessa posizione nella quale dormivano, e morendo senza un movimento, una reazione, un battito di ciglia o un gemito. Rispetto a qualche decennio fa, il fenomeno delle morti da monossido di carbonio è in aumento, ed una delle principali ragioni sono le nostre case sempre meglio isolate e senza spifferi, che in casi come questi salverebbero davvero la vita. Il gas tossico infatti, nel momento in cui si sviluppa, invade rapidamente tutti gli spazi e gli angoli a disposizione, e se non trova vie d'uscita, è libero di aggredire, intossicare ed uccidere qualunque essere vivente trovi a disposizione. Nei passati giorni di vacanza molte persone sono finite al centro delle cronache perché uccise dal monossido di carbonio, a causa della scarsa manutenzione di canne fumarie e caldaie, o perché per difendersi dal freddo intenso erano ricorsi all'uso di bracieri lasciati accesi in camera durante la notte, sprangando porte e finestre ed impedendo così qualunque via di fuga e di sfiato per il gas velenoso. Alcune vittime dormivano con la stufetta elettrica accesa e sono passate dal sonno alla morte insieme al loro cane trovato moribondo sul tappeto, ed altre avevano portato in casa, a causa del vento forte, il barbecue per arrostire le salsicce, lasciandolo acceso prima di coricarsi, inconsapevoli di firmare in tal modo la propria condanna a morte. In passato era difficile morire intossicati da questo gas, perché le abitazioni di cinquant'anni fa erano piene di spifferi, mentre gli infissi di oggi non lasciano passare nemmeno un'alito d'aria, blindandoci in casi come questi in una autentica camera a gas. Esistono in commercio sensori che lanciano l'allarme della presenza del monossido ma, costando qualche centinaia di euro, in molti preferiscono farne a meno. Eppure bisogna sapere che basta meno di un'ora di esposizione al gas per finire direttamente all'altro mondo, senza nemmeno accorgersene. In genere questo tipo di avvelenamento avviene la sera, al momento di andare a letto, e quando si ha la fortuna di intuirne la presenza, bisogna immediatamente aprire una finestra e chiamare il 118 per un ricovero urgente in centri attrezzati all'uopo. In Italia esiste una rete di una settantina di camere iperbariche disponibili per i primi soccorsi, che sono in grado di eliminare tutto il gas tossico dall'organismo, sempre che si arrivi in tempo utile a farlo. Proprio l'alta affinità del monossido di carbonio per l'emoglobina è la causa dei sintomi classici che provoca, i quali però sono difficilmente interpretabili dai primi soccorritori, in genere familiari, che non sono in grado di capire i segni neurologici sfumati ma gravi, perdendo così il tempo prezioso della prima ora, quella “goldenhour” nella quale si è ancora in tempo ad essere salvati, e se si supera l'emergenza, l'intossicazione tende ad esaurirsi senza lasciare strascichi o deficit di alcun tipo. Sono le case di vacanza ad essere le più incriminate come pericolose, soprattutto quelle nelle quali si tende a risparmiare sulla manutenzione delle canne fumarie di camini e caldaie, ma tale controllo e tale spesa restano l'unica arma efficace contro il gas tossico. Molti anni fa, quando ero un giovane medico, ho perso una cara amica a causa del monossido di carbonio, che si era sprigionato da uno scaldabagno difettoso mentre lei era immersa in acqua calda nella vasca, e dopo che lei aveva chiuso la porta del piccolo locale per evitare l'ingresso del suo gatto che invece avrebbe potuto salvarle la vita. Lola si era sposata da appena due mesi, aveva 25 anni e quella sera dovevamo uscire a cena con il marito ed altri amici, ma quando tutti insieme siamo andati a prenderla l'abbiamo trovata riversa ed immobile, ancora nuda nell'acqua della vasca, morta da almeno mezz'ora e con le labbra diventate di un livido color blu per la carenza di ossigeno. Era la prima volta che vedevo clinicamente da vicino una vittima del monossido di carbonio, e non ho più dimenticato quel pericolo mortale. Cercate di farlo, di non scordarlo e di prevenirlo in futuro anche voi. di Melania Rizzoli

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