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Socci demolisce Severgnini & Co: la tragicomica estate degli orfani dei talk show, "fatelo parlare sotto all'ombrellone"

Davide Locano
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Ora che arriva l'estate e chiudono i talk show si apre una questione umanitaria. Che fine faranno quei volenterosi lavoratori stagionali, bulimici dell'ospitata, che hanno attraversato l'annata - dall'autunno scorso - saltabeccando da un programma all'altro, da una rete all'altra, a tutte le ore del giorno e della notte, senza mai una settimana - in certi casi senza un giorno - di requie? Vogliamo lasciare sulla strada tali eroi, stakanovisti della comparsata televisiva? Con che cuore potremo abbandonarli fuori dai palinsesti, sotto il sole e alle intemperie? Chi può essere così crudele da non concedere loro di soggiornare almeno nello studio televisivo che si occuperà dei Mondiali di calcio o di Miss Italia? Per esempio un Giampiero Mughini (che indossa giacche bizzarre, ma non da domatore di pulci come quelle che prediligeva Oscar Giannino) un tempo sapeva ben figurare sia a discettare di calcio, che di belle donne che - all'occorrenza - di politica e di letteratura. Ma egli non è tra gli attuali super presenzialisti. Sebbene si possa dissentire da Mughini su quasi tutto bisogna riconoscere che è più culturalmente attrezzato di quelli che attualmente vanno per la maggiore e scivolano sulla superficie della cronaca, navigando nel Banal Grande. Leggi anche: Antonio Socci rivela la grande ipocrisia di Giuliano Ferrara Mentre è facile immaginare un Mughini che trascorre l'estate in compagnia di buoni libri, è difficile comprendere come gli Ospiti compulsivi di oggi potranno passare il solleone e il Ferragosto lontano dalle telecamere. Vogliamo dunque negar loro l'asilo in qualche programma di tipo vacanziero? L'ELENCO INFINITO Ci sono infaticabili Ospiti che fuori dagli studi dei talk probabilmente non hanno più una vita, che hanno rinunciato a tutto per la loro missione televisiva, che sarebbero traumatizzati dal ritorno nel mondo reale, che forse non riuscirebbero neanche a ritrovare la strada di casa (e chissà se il loro cane saprebbe ancora riconoscerli come Argo con Ulisse, dopo tanti anni). Massimo Giannini, per esempio, il diligente Pierino di Repubblica che è il campione planetario degli ospiti da talk. Oppure Beppe Severgnini, Marco Damilano, Klaus Davi, Paolo Mieli, Claudio Cerasa, Alessandro Sallusti o i giornalisti del Fatto quotidiano e anche Elsa Fornero e Giuliano Cazzola. Dovrei inserire in questo elenco di super presenzialisti tv anche Mario Giordano, ma lui ha una grossa attenuante: è quasi l'unica mosca bianca che va controcorrente rispetto al luogocomunismo dilagante, quindi ha una sua preziosa utilità sociale. Si immola per noi tutti. Tra i presenzialisti mainstream la performance più straordinaria, sul breve periodo, come centometrista, è stata quella di Carlo Cottarelli che, come ha segnalato Franco Bechis, è stato 38 volte ospite nei giorni successivi al voto del 4 marzo, «in alcuni casi protagonista di vere e proprie maratone dell'ospitata, come il 15 marzo scorso quando ha iniziato presto la mattinata ad Omnibus La7, si è concesso a metà giornata ai microfoni di Sky Tg24 e ha fatto poi notte con Corrado Formigli e la sua Piazza Pulita». Il primato indiscutibile di presenza sul piccolo schermo fra i conduttori va invece all'eroico Enrico Mentana che al suo Tg quotidiano e al suo talk settimanale, Bersaglio mobile, aggiunge le sue interminabili maratone notturne che gli meritano - se non altro - il premio “Vescica d'acciaio”. Ma qui siamo ancora alla prestazione professionale. LA VITA STESSA Il fenomeno dell'Ospite straripante è invece relativamente nuovo. L'ospitata televisiva ormai è diventata per alcuni la vita stessa. Ci vuole abnegazione e dedizione alla causa. L'Ospite compulsivo è un missionario che si dedica anima e corpo al suo compito. Vive nel e del piccolo schermo. Come potrà costui trascorrere l'estate senza apparire più in uno studio, davanti alle telecamere, e senza elargire uno dei suoi memorabili pareri? Vogliamo privarlo della sua ragione di vita? Si può permettere una tale atrocità? C'è da credere che interverrebbe la Corte europea per i diritti dell'uomo. Infatti, in alternativa, che potrebbe fare il poveretto questa estate per richiamare su di sé le attenzioni? Mica può improvvisarsi bibitaro a Riccione o ragazzo del “cocco bello” sulle spiagge di Fregene. Né può fare il kebabbaro alla Balduina per esprimere con i fatti (e non più solo a parole) la sua vicinanza agli immigrati. E non può vestirsi da cinese che fa i massaggi ai piedi sotto l'ombrellone. Magari potrebbe metter su un furgoncino di quelli che attraversano la spiaggia di Ladispoli per vendere i cornetti Algida, così da rifilare, ai malcapitati che vogliono solo comprare il gelato, una delle sue acutissime analisi politiche. Ma in genere l'Ospite compulsivo non vive fra le plebi populiste e per l'estate sceglie altri contesti di alto livello europeo: quelli dei premi letterari estivi, delle serate in maniche di camicia a Capalbio o a Cortina e delle conferenze all'aperto alla Versiliana, in pineta, fra vacanzieri benestanti. Così dunque accadrà. Ma noi? Noi “da casa”? Come faremo senza la presenza ormai familiare dell'Ospite onnipresente? C'è anche quest'altro lato del problema. La sua faccia, un po' come la tappezzeria dell'abitazione o come l'oblò della lavatrice, ha rappresentato per gli italiani una presenza costante che li ha accompagnati per lunghe ore, dalle brume dell'autunno ai geli delle feste natalizie e dai primi tepori primaverili agli attuali caldi estivi. Come si fa a rinunciare di colpo e totalmente all'onnipresenza dei suoi interventi? Privarsi di quel rumore di fondo, di quel fastidio consueto, spalanca un vuoto spaventoso nelle vite dei nostri concittadini. Potrebbe scatenare addirittura una crisi di astinenza. Un po' come quando il fumatore viene di colpo privato del tabacco. E allora ecco una possibile soluzione: adottare un Giannini, un Severgnini o un Padellaro! Adottate uno dei naufraghi dei talk show. Se poi siete molto generosi - e un filino masochisti - potreste addirittura adottare un conduttore: una Lilly Gruber, un Giovanni Floris o un Corrado Formigli. CONSIGLIO POETICO Basta un'adozione vacanziera. Potrete così portare il vostro Giannini (o il vostro Floris) in spiaggia - nel suo comodo formato estivo - e usarlo per fargli intrattenere conversazione col vicino di ombrellone. Sarà come lasciare il televisore acceso e fare altro.Potrebbe essere la soluzione giusta per tutti. E poi, alle prime piogge autunnali, potreste di nuovo riconsegnare il vostro Giannini o il vostro Formigli, come nuovo, al suo ambiente naturale: gli studi dei talk show. Per un'altra imperdibile e fantastica stagione di cazzeggio compulsivo. P.S. Un consiglio poetico fuori linea da parte del grande Costantinos Kavafis all'Ospite compulsivo: «E se non puoi la vita che desideri/ cerca almeno questo/ per quanto sta in te: non sciuparla/ nel troppo commercio con la gente/ con troppe parole in un viavai frenetico./ Non sciuparla portandola in giro/ in balìa del quotidiano/ gioco balordo degli incontri/ e degli inviti,/ fino a farne una stucchevole estranea». di Antonio Socci www.antoniosocci.com

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