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Rossella Brescia, la confessione: "Mediaset? Ecco che cosa non farei mai"

Gino Coala
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Siamo abituati a vederla in tv e ad ascoltare la sua voce in radio, meno a vederla a teatro, se non negli spettacoli di danza. Invece in autunno Rossella Brescia sarà protagonista, con Tosca D' Aquino, Roberta Lanfranchi e Samuela Sardo, della commedia "Belle ripiene" di Massimo Romeo Piparo, in scena dal 21 novembre al Teatro Sistina di Roma. Uno spettacolo sui generis. «Sì, perché sul palco cucineremo e qualcuno del pubblico potrà assaggiare i nostri piatti. È una storia tutta al femminile, ambientata nella cucina di un ristorante, dove le quattro donne che lo gestiscono fanno di tutto per conquistare una stella Michelin e, parlando di cibo, tireranno fuori tante cose. Ognuna di noi preparerà piatti della propria regione, guidate da uno chef che ci farà un corso durante le prove». Come se la cava ai fornelli? «Le ricette pugliesi le so cucinare bene, certo in maniera dietetica, perché non mi piacciono i soffritti e i condimenti pesanti, ma i piatti possono essere gustosi anche diminuendo i grassi». Di solito sul palco lei danza. «Lo farò nella Carmen di Luciano Cannito, che riprenderemo in estate e poi in inverno con una nuova compagnia di giovanissimi, CBR. E il 21 luglio farò Il sogno di una notte di mezza estate al Petruzzelli, con coreografie di Mimmo Iannone». Si parla di un suo ritorno in tv, su Real Time, con un talk show per l' autunno.. «Sì, è un progetto che stiamo definendo». Rifarà "Piccoli giganti"? «Per il momento no, ma i bambini di quel programma li sento sempre. Appena vedo un talento mi accendo, mi viene naturale, per questo ho aperto la mia scuola di danza a Martina Franca». Il suo impegno principale è quello, quotidiano, con "Tutti pazzi per RDS. «La radio è un grande amore scoppiato tanti anni fa, mi ha fatto crescere molto e credo sia fondamentale farla perché apre la mente e libera da inibizioni: in televisione magari ti preoccupi di come appari, in radio devi pensare alla sostanza e basta». Teatro, danza, radio ma poca tv. «La tv è cambiata un po', mi hanno chiesto cose che non mi interessano: ormai ci sono solo talent e reality, mi piace guardarli ma non essere una concorrente». C' è un programma di cui si è pentita? «Sì, Uman-Take control, che è stato chiuso perché ha avuto ascolti bassi. Però hanno fatto bene a chiuderlo perché quel programma era nato sul web, lì aveva un' identità, un cinismo che in televisione devi mediare. Non ero convinta di farlo e avrei dovuto rifiutare». Un "no" che non avrebbe voluto dire? «Tanti! Soprattutto nel cinema ho perso diversi treni per amore, perché il mio compagno di allora era geloso. Ho rinunciato anche ad un film con Tornatore. Oggi farei scelte diverse perché ho capito che se fai le cose solo per far piacere agli altri poi vivi con una ferita dentro». Le è dunque rimasto il sogno di fare cinema? «Mi piace molto interpretare ruoli, sia comici che drammatici. Però in Italia mi vedono soprattutto come una ballerina, devo superare i pregiudizi. Sarò invece la protagonista di un film canadese, Road to the lemon grove di Dale Hildebrand, con Burt Young e Nick Mancuso, storia di emigrati in Canada che alla morte del padre tornano in Sicilia e litigano per un giardino di limoni dove avvengono miracoli, io interpreto una ragazza molto mediterranea che cercherà di mettere pace in questa famiglia. Dopo il grande successo ottenuto a Toronto, sarà presentato ora al festival di Taormina». di Donatella Aragozzini

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