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L'editoriale

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di Maurizio Belpietro

francesca Belotti
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Che il Pd fosse messo male, l'abbiamo detto più volte. Ma che lo fosse a tal punto da dover riesumare la salma di Prodi non ce lo saremmo mai aspettato. Eppure è ciò che sta succedendo. La nomeklatura di ciò che resta del partitone rosso è andata in processione dal professore, come lo chiamano nonostante non insegni più da una vita se non ai cinesi, per supplicarlo di tornare dall'oltre tomba in cui era stato confinato dopo l'ultima caduta di governo. Quando Mastella e i suoi gli avevano ritirato la fiducia, Prodi se ne era andato sdegnato e pareva finalmente chiusa la stagione dell'ex boiardo delle partecipazioni statali alla guida della sinistra. In realtà pur avendo scelto il pensionamento, Romano anche se da lontano ha sempre tenuto d'occhio quel che accadeva nel Partito democratico, anche perché – come è noto – non era all'uomo di Ceppaloni che imputava la responsabilità del suo disarcionamento, ma a Walter Veltroni. E' certo che il professore trasmigrato da un pezzo in politica ha gioito quando l'ex segretario del Pd è finito al tappeto per knock out elettorale ed è stato costretto a ritirarsi. Probabilmente in cuor suo non gli dispiace neppure ora vedere Pierluigi Bersani che annaspa e non sa che candidati pigliare in vista delle elezioni. Essendo d'animo rancoroso, l'ex premier si sta levando delle soddisfazioni , dimostrando che in fondo si stava meglio quando c'era lui. O quanto meno stava meglio la coalizione di sinistra. Perché se c'è un merito che gli va riconosciuto è di aver tenuto insieme un'armata brancaleone il tempo necessario per battere Berlusconi due volte. Poi è stato un disastro e gli italiani ne pagano ancora le conseguenze, ma almeno le elezioni le elezioni Prodi le ha vinte, mentre quelli che sono venuti dopo di lui sono capaci solo di collezionare sconfitte. Che l'ex premier stia godendo per quel che sta succedendo alla sua creatura di centro sinistra lo dimostra anche il fatto di quanto faccia il prezioso. Lo sanno tutti che muore dalla voglia di tornare ad avere voce in capitolo in politica, ma come una ragazza da marito che non voglia sembrare di facili costumi il professore continua a dire no. Finirà come è facile immaginare, che appena i suoi non sapranno più a che santo votarsi, tireranno fuori il santino di Prodi. Non credo che sarà per il posto che fu di Cofferati ed è stato per pochi mesi di Del Bono:  la poltrona da sindaco di Bologna il professore la considera troppo poco. Immagino che per la sua terza età, l'ex boiardo immagini un incarico di maggior prestigio e visto che l'ambizione non ha limiti perfino il Colle. Di sicuro Romano i suoi calcoli se li è fatti, anche sulle scadenze del Quirinale. Credo che faccia i conti senza l'oste. Comunque sia, è certo che Prodi, come gli zombie, è tornato.  

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