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Il super acceleratore del Cern

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s'è già rotto: fermo due mesi

Albina Perri
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Ha dieci giorni e si è già rotto. Il super acceleratore di particelle del Cern di Ginevra, Large Hadron Collider (Lhc), il gigante che cercherà di esplorare i segreti della materia subito dopo il Big Bang e che ha fatto paura a tutti per la possibilità di creare un buco nero, è costretto a fermarsi per due mesi. A causare il guasto in un settore, secondo gli esami preliminari, molto probabilmente la connessione fra due magneti. Lunedì, al Cern, ci sarà una riunione per studiare la situazione. Ma, assicura Umberto Dosselli, vicepresidente dell'Istituto nazionale di Fisica Nucleare (Infn), si tratta di «un guasto tecnicamente semplice da risolvere, anche se comporterà tempi lunghi». Un incidente di percorso che dovrà affrontare da subito il neo direttore della ricerca del Cern, Sergio Bertolucci, che lunedì sarà appunto a Ginevra. Secondo Bertolucci «va fatta un'analisi calma e approfondita per vedere se c'è un problema al sistema o altro». Il super acceleratore Lhc aveva registrato all'inizio di questa settimana un problema a due trasformatori ed era stato fermato brevemente per poi essere riavviato. Ma ieri un problema elettrico fra due magneti e una fuoriuscita di elio dal sistema di raffreddamento ha portato un aumento di temperatura che ha fatto scattare il blocco del sistema. L'Lhc è l'acceleratore di particelle più grande e più potente del mondo: nella galleria sotterranea circolare di 27 km di circonferenza, i fisici intendono far circolare due fasci di particelle a oltre il 99,9% della velocità della luce, per farli scontrare e creare una pioggia di nuove particelle, da analizzare e studiare per tentare di scoprire i segreti del Big Bang.

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