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L'editoriale

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di Maurizio Belpietro

Giulio Bucchi
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La sinistra adora gli immigrati, li adora così tanto che non ne vuole nemmeno uno tra i piedi. Non è una battuta:  mentre Bersani predica l'accoglienza di qualsiasi clandestino sbarchi in Italia, dicendo di sognare il giorno in cui potrà chiamare italiani gli extracomunitari, non c'è Regione rossa che sia disposta a ospitarli in attesa che si definisca la loro condizione. Per misurare lo slancio dei progressisti nostrani nei confronti delle migliaia di nordafricani che arrivano quotidianamente sulle nostre coste, basta informarsi sulla collocazione dei centri di asilo, ovvero di quei siti destinati ad accogliere chi non ha lo status di rifugiato ma è semplicemente senza visto d'ingresso, non in fuga da una guerra ma dalla disoccupazione o da qualcos'altro. Se ci si prende la briga di controllare, si scoprirà che i centri di identificazione ed espulsione - tanto per intenderci quelli dove dovrebbero finire le migliaia di migranti giunti a Lampedusa, che non scappano da un conflitto ma approfittano della confusione in Tunisia e in Egitto per prendere il largo - sono concentrati tutti al Nord o al Sud, non in Liguria, Toscana, Umbria, Marche o Basilicata, Regioni amministrate dal centrosinistra.  Le uniche a fare eccezione tra quelle su cui sventola il vessillo ulivista sono l'Emilia e la Puglia, ma la prima ha due strutture con pochi posti letto, mentre la seconda alla sola notizia di dover ricevere altri extracomunitari provenienti da Lampedusa ha già alzato le barricate, minacciando per tramite del suo governatore, il rossissimo Nichi Vendola, dure reazioni contro il governo. Che tutto ciò strida con le dichiarazioni dei leader del Pd risulta piuttosto evidente. A parole il segretario sostiene il dialogo e l'accoglienza come unica via per affrontare il problema degli immigrati, appellandosi alla solidarietà nostra e dell'Europa. In pratica gli amministratori che militano nel Partito democratico fanno di tutto per scoraggiare l'apertura dei luoghi dove i clandestini dovrebbero essere sistemati. Definendoli  campi di concentramento, quando invece sono centri in cui sono garantiti vitto e alloggio oltre che pulizia e assistenza sanitaria a spese del contribuente italiano, governatori e sindaci della sinistra al caviale hanno trovato lo stratagemma per non alloggiare nessun migrante. In pratica, con la scusa del buonismo fregano il prossimo, che in questo caso sarebbero i minchioni di governatori delle Regioni di centrodestra. Tocca a loro infatti  sobbarcarsi e sostenere i disagi dei flussi migratori. Al Nord ci sono i centri di Milano,   Gorizia e Torino. Al Sud i tre della Sicilia, i due della Calabria e altrettanti in Puglia, mentre nel Lazio ce n'è un altro che accoglie quasi esclusivamente rom. Se si guarda al colore delle Regioni che si sono fatte carico dell'ospitalità ai clandestini non c'è dubbio sulla prevalenza di quelle a guida moderata. Eppure Pdl e Lega passano per gli affamatori di profughi, gente senza cuore che non si commuove di fronte alla disperazione di persone in fuga dal proprio Paese perché senza cibo o a rischio della vita. I giornali della sinistra sono abilissimi a rigirare la frittata e accusare la maggioranza di non dare asilo a chi arriva sui barconi. Bastava leggere l'Unità di ieri, che in prima pagina sbatteva la foto di un bambino accusando il governo di aver abbandonato a se stessi centinaia di minorenni giunti a Lampedusa, imputando all'esecutivo perfino il fatto che i ragazzini arrivati via mare fossero sprovvisti di documenti. Una colpa la maggioranza ovviamente ce l'ha, ma non è quella che le addebita il quotidiano di Concita De Gregorio. Si tratta della responsabilità di non aver fatto norme chiare e non aggirabili da nessuna toga in odore di terzomondismo che consentisse rapide espulsioni. Purtroppo, nonostante quanto accredita la stampa progressista, le nostre norme sono solo apparentemente più dure di quelle di altri Stati europei: nella pratica sono lassiste e blande, anche perché in gran parte inapplicate.  Cambiarle sarebbe necessario, ma con i tempi che corrono e il clima che si respira a Montecitorio con Fini presidente della Camera, arriverebbe prima la fine della legislatura. Dunque, non ci resta che allargare le braccia, sperando che almeno il governo si faccia furbo e, sull'onda dell'emergenza, vari un decreto che ripartisca i clandestini in misura eguale in ogni Regione, disponendo l'apertura di centri di accoglienza anche in quelle rosse. Forse non si fermerà l'invasione in corso sulle nostre coste. Di certo la faremmo finita con quelli che piangono per i clandestini, ma poi li fottono mandandoli altrove.

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