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Oggi a Loreto si ripete l'"hora vigesima" di Benedetto XVI

Andrea Cionci
Andrea Cionci

Storico dell'arte, giornalista e scrittore, si occupa di storia, archeologia e religione. Cultore di opera lirica, ideatore del metodo “Mimerito” sperimentato dal Miur e promotore del progetto di risonanza internazionale “Plinio”, è stato reporter dall'Afghanistan e dall'Himalaya. Ha appena pubblicato il romanzo "Eugénie" (Bibliotheka). Ricercatore del bello, del sano e del vero – per quanto scomodi - vive una relazione complicata con l'Italia che ama alla follia sebbene, non di rado, gli spezzi il cuore

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E’ la numero 100, da settembre 2022, la conferenza sulla nostra inchiesta Codice Ratzinger che avrà luogo a Milano il giorno 8 marzo. Seguiranno poi altre due a Lodi il 9, e il 10 ancora a Milano per un incontro “di 2° livello” che illustrerà ulteriori dettagli. Posti disponibili ancora solo per l’8 e il 9.

 

 

In tutte e tre le conferenze sarà trattata un’acquisizione recentissima, che si deve alla signora Angela del Piccolo resto di Don Minutella, la quale ci ha segnalato, alcuni giorni fa, un vero e proprio “aiuto da casa” - o meglio dalla Santa Casa di Loreto - per chiarire ancor meglio un dato importantissimo per la Magna Quaestio.

Come ormai noto, il perno intorno al quale ruota la corretta interpretazione della Declaratio di papa Benedetto XVI, (non un’abdicazione, ma un annuncio di sede impedita) è la questione dell’HORA VIGESIMA.

Tutti i canonisti sanno che il papa non avrebbe mai potuto separare volontariamente munus e ministerium, l’essere papa, dal fare il papa. Lo ricorda recentemente anche l’arcivescovo Mueller:

 

 

Ma in troppi fingono di non sapere, per interesse/paura, che C’È UN SOLO CASO IN CUI QUESTO AVVIENE, ed è la sede impedita, quando il papa è prigioniero, confinato, esiliato, non libero di comunicare (canoni 412 e 335).

Infatti, il papa prigioniero, perde ovviamente la possibilità di governare, (ministerium), ma trattiene il titolo (munus).

Ecco perché la questione dell’hora vigesima, con la sua doppia interpretazione napoleonica-italica, offre piena coerenza, nell’effetto giuridico, alla Declaratio di Benedetto XVI.

Tale ora, secondo l’orario nostro, internazionale a 24 ore, detto anche napoleonico, può corrispondere certamente alle ore 20.00 del 28 febbraio. Ma secondo la lettura romana-italica, tradizionale nello Stato Pontificio, l’hora vigesima corrisponde invece all’ora fra le 13.00 e le 14.00 del venerdi 1° marzo. Infatti, l’orario romano fa cominciare il giorno dal tramonto e non dalla mezzanotte. Quindi, per sapere a che ora nostrana corrisponde l’hora vigesima romana il cui computo parte il 28 febbraio a Castel Gandolfo, basta aggiungere 20 ore alle 18.00 del 28 febbraio:

 

 

Questo cambia tutto: infatti, papa Benedetto sapeva perfettamente che il bollettino pontificio viene diramato sempre fra le 12.00 e le 13.00, mai oltre.

Il venerdi 1° marzo 2013, intorno alle 12.20, venne diffuso il bollettino che convocava il conclave, ma questo era illegittimo perché il papa non era abdicatario, non aveva rinunciato al munus, come previsto dal can. 332.2.

Così si verificò il colpo di stato, Benedetto fu detronizzato, entrò in sede impedita, unica situazione, infatti, in cui il papa perde il ministerium e trattiene il munus.

 

 

Il 13 marzo, Bergoglio fu eletto antipapa, come tale, tutto quanto da lui fatto, è destinato all’annullamento. Tale prospettiva spaventa molti prelati, e infatti stanno visibilmente facendo di tutto per tentare di mettere sotto silenzio la questione. QUI. Ma bisogna obbedire alla Universi Dominici Gregis , al papa e, in ottica di fede, allo Spirito Santo che lo ha ispirato.

Esattamente per questo motivo, papa Benedetto salutò il mondo, il 28 febbraio 2013, dal balcone di Castel Gandolfo: sopra la sua testa  campeggiava il quadrante dell’orologio italico, a sei ore.

 

 

Il giorno non era stato scelto a caso: il 28 febbraio il sole tramonta a Castel Gandolfo alle ore 18.00 (secondo giorno in tutto l’anno) e quindi il quadrante italico, pur regolato sull’orario astronomico, si presta a una doppia lettura.

E’ il dato canonico che fa scegliere in modo definitivo per la lettura romana del cronometro, citato da Benedetto XVI in “restrizione mentale larga”, QUI in quanto solo subito dopo le 13.00, ora in cui viene convocato il conclave abusivo, Benedetto XVI può legittimamente e coerentemente affermare di aver rinunciato al ministerium.

In questi giorni, il fenomeno astronomico-orario in cui il quadrante romano si presta, come lettura possibile, sia alle ore 20.00 che alle ore 13.00 di due giorni successivi, si ripete presso il Santuario di Loreto, nelle Marche.

Trovandosi a una latitudine più ad est, ovviamente, cambia il giorno: se il sole tramonta alle 18.00 a Castel Gandolfo intorno al 28 febbraio, questo avviene a Loreto intorno al 5 marzo.

Perché citiamo proprio Loreto? Perché sulla facciata del Santuario mariano sono ben presenti i due quadranti, quello italico e quello astronomico.

 

 

Se a Castel Gandolfo tutto avviene sullo stesso quadrante, a Loreto, intorno al 5 marzo, si può distinguere perfettamente la sovrapponibilità possibile tra le due letture.

Il prof. Luca Brunoni, storico della Chiesa di Lugano, si è gentilmente recato, insieme a un gruppo di fedeli del Piccolo Resto di Cuneo (già organizzatori di una conferenza su Codice Ratzinger) proprio nella cittadina marchigiana che diede i natali a un grande pontefice come Sisto V.

E’ stato in onore del suo 500esimo compleanno, nel 2021, che è stata decisa la rimessa in funzione dell’orologio italico del Santuario.  

Lo storico ha così illustrato, QUI, “in diretta” e avvalendosi dei due quadranti distinti, la diversa lettura di un quadrante italico in corrispondenza di un’ora napoleonica.

 

 

In ogni caso questo escamotage servì a papa Benedetto solo per dire la verità, in restrizione mentale larga. Ciò che resta, anche al di là di tutte le sue intenzioni, è una vacanza della sede per rinuncia NON A NORMA DEL CAN. 332.2, cosa che rende nulla e invalida l'elezione di Bergoglio, senza che intervenga una dichiarazione in proposito. 

 

 

 

 

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