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Silvio Brusaferro, "fino ad oggi": così ci spiega (involontariamente) la differenza tra scienza e politica

Andrea Tempestini
Andrea Tempestini

Milanese convinto, classe 1986, a "Libero" dal 2010, vicedirettore e digital editor. Il mio sogno frustrato è l'Nba. Adoro Vespe, gatti, negroni e mr. Panofsky.

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"I buoni risultati raggiunti fino ad oggi li abbiamo ottenuti con misure uguali per tutti"
Silvio Brusaferro (La Stampa)

Scienza vs politica. A Giuseppe Conte rimproverano la prevalenza del virologo: ovvero, la politica non decide e si affida in toto agli esperti (comitati, task-force, consulenti, che-faccio-lascio). Senza volersi avventurare nella polemica, probabilmente una delle meno peregrine tra le molteplici che hanno colpito il premier nelle ultime settimane, il rimprovero relativo alla "prevalenza del virologo" ha solide fondamenta. Quanto accade in altri Paesi - Francia e Germania su tutti - dimostra come sia possibile, in questa fase della pandemia, tentare una conciliazione tra istanza scientifica e istanza politico-economica. Chi sostiene che la conciliazione, stando alla conferenza stampa di domenica scorsa, in Italia non sia stata neppure tentata credo non abbia torto.

E che c'entrano le parole di Brusaferro? C'entrano perché arrivano in risposta a una domanda circostanziata, relativa alle regioni con meno contagi: perché non possono ripartire? Già, perché tenere ferme regioni come il Molise (ieri 1 positivo), Basilicata (1 positivo), Sardegna (5 positivi), ma anche le Marche (37 positivi) e forse anche il Lazio (71 positivi)? Insomma, perché tenere fermi tutti e non solo, per dire, Lombardia (598 positivi il 30 aprile), Piemonte (428) ed Emilia Romagna (259)? Sinceramente me lo chiedo anche io, ma non per questo ho la supponenza di pensare di avere una risposta sensata (né in un senso, né nell'altro). Però le parole di Brusaferro ci suggeriscono qualcosa: le teniamo chiuse perché "i buoni risultati raggiunti fino ad oggi li abbiamo ottenuti con misure uguali per tutti" (inoltre, il presidente dell'Iss arricchisce la risposta insistendo sul ruolo della "mobilità tra le regioni molto limitata". Ed è sicuramente vero). Insomma, le parole di Brusaferro - medico, accademico, "scienziato" - fanno riferimento all'immutabilità del metodo-modello scientifico. 

Già, la scienza è per definizione esatta. Non contestabile. Figurarsi se ci mettiamo a contestarla proprio qui. Eppure, considerato che di coronavirus e pandemie ne sappiamo davvero poco, nella supposta Fase 2 la prevalenza del virologo sul politico dovrebbe affievolirsi: un modello che ha funzionato nella Fase 1 (contenimento del contagio, dunque scienza) non è necessariamente un buon modello per la Fase 2 (tentativi di ripartenza economica e sociale, dunque politica). Non è "colpa" di Brusaferro: lui è scienza. Ma sul quel "fino ad oggi" probabilmente casca l'asino: "fino ad oggi" è ieri e, tecnicamente, staremmo provando ad entrare in un domani in cui l'immutabilità del precedente modello scientifico non decade, ma è fuori contesto. Perché ora tocca alla politica, arte del possibile e non del modello scientifico.

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