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"Lo straniero senza nome", il primo western di Clint Eastwood: da Sergio Leone ha imparato tutto...

Giorgio Carbone
Giorgio Carbone

Nato a Tortona (Al) il 19 dicembre 1941. Laureato in giurisprudenza a Pavia. Giornalista dal 1971. Per 45 anni coniugato all'attrice Ida Meda. Due figli. Critico cinematografico (titolare) per "La Notte" dal 1971 al 1995. Per "Libero" dal 2000 a oggi. Autore di tre dizionari: Dizionario dei film (dal 1978 al 1990); Tutti i film (dal 1991 al 1999); Dizionario della tv (1993).

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LO STRANIERO SENZA NOME
Con Clint Eastwood, Verna Bloom e Marianna Hill. Regia di Clint Eastwood. Produzione USA 1973. Durata: 1 ora e 45 minuti

LA TRAMA
Un qualunque  villaggio  del West California vive sotto l'incubo dell'arrivo imminente di una banda di assassini che annuncia  il manifesto proposito di far fuori  i cittadini che li avevano denunciati anni prima (anzi giacchè ci sono probabilmente  vorranno fare  fuori tutti).  I paesani  quindi assoldano un misterioso straniero perchè li protegga. Lui accetta l'incarico a una condizione. Aver mano completamente libera per combattere i killers quando arriveranno

PERCHÈ VEDERLO
Perché è il primo western diretto da Clint Eastwood. Che nove anni dopo "Per un pugno di dollari" dimostra d'aver imparato da Sergio Leone  tutto quello che c'era da sapere su come si gira un western. Più tardi (con "Il cavaliere pallido" e "Gli spietati") Clint adotterà una prosa registica più asciutta. Qui l'influenza di Leone è ancora molto evidente. Nella messinscena barocca. Nei toni cupi e ossessivi  che martellano tutta la vicenda.

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