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Ma oltre il Pdl c'è vita? Alfano tentato dal Ppe

Bocciato il ritorno a Forza Italia

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Giusto un anno fa, chiudendo i lavori della scuola politica di Gubbio inventata da Sandro Bondi, Silvio Berlusconi evocò Forza Italia. Ai più quella uscita del premier, tutt'altro che improvvisata, suonò come una sorta di prova generale. Un ritorno ai fasti del passato contro la noia, e i fastidi, del presente, prodotti dalla ragione sociale del partito. Sì perché la sigla Pdl, al presidente del Consiglio, non solo non piace più, ma gli va stretta, essendo la foglia di fico dietro alla quale si celano gli ex An, sempre più orfani del partito che fu. Il loro, non il Pdl. E visto che la voglia di ritorno alla Dc, e non solo come metodo politico, sta contagiando un po' tutti, anche il neo segretario del partito sarebbe stato stregato dall'idea di metter le mani sullo Scudo crociato. Ad offrirgli la possibilità, visto che Alfano non vuol sentir parlare di ritorno a Forza Italia, sarebbe stato il sottosegretario Giuseppe Pizza, detentore del nome e del simbolo della vecchia Dc. Un'opzione da non scartare, anche se l'ex Guardasigilli sarebbe maggiormente attratto dall' ipotesi Partito popolare. Una pista supportata da un concreto indizio, emerso al termine dell'incontro fra il neo segretario politico del Popolo della Libertà e l'ex sindaco di Milano Letizia Moratti. Mario Mantovani, coordinatore regionale del Pdl lombardo ha sottolineato la necessità del «consolidamento di un centrodestra maturo, riformatore ed innovatore», in modo da aggregare «tutte le persone che si riconoscono nella grande famiglia del Ppe». Ovvero nel Partito popolare europeo, nome che a Berlusconi non è mai dispiaciuto e che i moderati del Pdl, a partire da Mario Baccini, animatore della Cosa bianca, sottoscriverebbero subito, consapevoli del fatto che la corsa al centro del centro si va facendo sempre più animata. E la golden share non può essere certo lasciata nelle mani di Pier Ferdinando Casini, pronto a lanciare il terzo polo nella corsa per la conquista del centro politico. Ma Pdl vuol dire anche ex aennini, mal disposti verso tutto ciò che ricorda il passato che non sia il loro. Gennaro Malgieri, deputato del Pdl ed ex dirigente di An, dà voce a quel fenomeno carsico del no al «calderone ammazza origini». «Sullo sfondo, in lontananza, resta il principale dei problemi con cui questo simulacro di partito è alle prese», dice Malgieri in un intervento sul quotidiano on-line Blitz, «l'identità. Qual è, insomma, la cultura politica che dovrebbe ispirarlo? È un po' poco cavarsela dicendo che vuole essere la sezione italiana del Ppe». Ecco, appunto, ognuno è rimasto saldamente ancorato alle proprie origini, alle proprie convinzioni. Ecco perché il Pdl è rimasto una sorta di maionese impazzita che Berlusconi vuol rimettere nella impastatrice. Certo, l'uomo è capace di colpi d'ala assolutamente imprevedibili, come lo fu il predellino piazza San Babila a Milano, ma oggi che lo scenario è totalmente cambiato, occorre un parto naturale e non un cesareo. Non un spot televisivo, ma un percorso condiviso. Magari dalla gente, da quel Popolo evocato e poco coinvolto.  E Alfano ha iniziato a studiare da levatrice. E appena può vada in tv....  

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