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I pm mettono in imbarazzo il Senato su Gianni Letta e la signora dei salotti che non c'è più

Autorizzazione per Cesare Cursi e la Menarini. Ma si accusano anche Maria Angiolillo e l'ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio

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La richiesta arrivata da pm e gip di Firenze il 12 marzo scorso in Senato è passata quasi inosservata: si chiede infatti il permesso di utilizzare delle telefonate intercettate con Cesare Cursi, Pdl, ex presidente della commissione affari sociali e sanità. Dall'altro capo del filo c'erano un padre e una figlia: Alberto e Lucia Aleotti, grandi azionisti della Menarini. Tutti e tre sono indagati per corruzione. Secondo i magistrati gli Aleotti scrissero nell'aprile 2009 per Cursi un emendamento a un decreto legge del governo di Silvio Berlusconi per limitare i poteri delle Regioni sulla prescrizione dei farmaci, cassare le ali ai cosiddetti generici e favorire i farmaci della Menarini. Secondo i magistrati inquirenti in cambio di questo emendamento, che Cursi in effetti presentò, gli Aleotti comprarono copie per 164 mila euro di una monografia sul pittore Agnolo Bronzino scritta da Claudio Strinati e pubblicata dalla casa editrice Viviani della moglie del senatore Pdl. Nelle telefonate intercettate ci sarebbe prova di tutto ciò. Il fatto però è che nel fascicolo giudiziario ci sono anche altri documenti, che con Cursi hanno poco a che vedere. E che coinvolgono nella vicenda altri due personaggi ben più illustri. Una non c'è più: Maria Angiolillo, regina dei salotti romani, scomparsa il 13 ottobre 2009. E l'altro è solo temporaneamente in disparte : l'ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta. I loro due nomi sono sbianchettati nel capo di accusa contro Cursi, ma sono contenuti nella documentazione allegata che non è pubblica. Secondo la ricostruzione dei pm, siccome Cursi non riusciva a fare passare il suo emendamento, provò a contattare Letta. Anche questa volta però senza successo. Allora gli Aleotti provarono direttamente a spiegare a Letta quanto fosse importante quell'emendamento. E per raggiungerlo chiesero una mano alla Angiolillo che combinò l'incontro risolutivo. Grazie alla documentazione allegata e riservata, si può ricostruire ora il capo di accusa ufficiale con cui i pm accusano Cursi di corruzione, riempendo con i nomi reali gli spazi sbianchettati: "concordando (Cursi) con gli Aleotti le strategie di azione, e tenendoli informati sugli sviluppi dell'iter legislativo, interloquendo anche con gli uffici ministeriali ed intervenendo nell'interesse degli Aleotti, presso il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Gianni Letta, quest'ultimo direttamente contattato dagli stessi Aleotti, anche tramite la defunta Maria Angiolillo; il Cursi, avendo, nell'occasione, asservito la propria funzione pubblcia di parlamentare agli interessi del gruppo Menarini, riceveva quale corrispettivo per la descritta attività, sfociata anche nella presentazione dell'indicato emendamento, l'utilità tradotta nella stipula, da parte del gruppo Menarini, di un contratto per la fornitura di libri d'arte (monografia sul Bronzino) del valore di circa 164 mila euro com la sua coniuge Lia Viviani, titolare dell'omonima casa editrice"

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