Caduto Umberto Bossi, nella Lega più vicina al Senatùr la parola d'ordine è stata una sola: "Cerchio? Quale Cerchio?". La geometria non c'entra. C'entra semmai la nomenklatura padana che temendo la slavina ha minimizzato la divisione in correnti e fazioni. "Siamo tutti uniti, mai stati complotti al nostro interno", era il mantra. A ripeterlo soprattutto quelli, appunto, del cosiddetto Cerchio Magico. Il numero ristretto di fedelissimi di Bossi, quelli che secondo Maroni tramavano alle sue spalle. E ora che spunta il dossier dell'ex tesoriere Francesco Belsito, che ha rivelato di aver assoldato un detective per spiare e screditare l'ex ministro degli Interni, viene naturale fare due più due: il Cerchio Magico esisteva, eccome se esisteva. E quel dossier ne è la prova. Leggi l'articolo di Gianluigi Paragone su Libero in edicola oggi, giovedì 19 aprile
