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Michela Brambilla, la "green hill diventa legge"

Serena Cirini
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Mai più Green Hill: era uno slogan, ora è una legge”. L'on. Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell' Ambiente, lo ha ricordato a Lecco, al termine della "marcia" per la città con i tanti beagle liberati dal tristemente noto lager bresciano e le loro famiglie. La marcia è  stata organizzata per festeggiare l'entrata in vigore  della norma scritta dall'ex ministro e condotta in porto attraverso due legislature, che vieta l'allevamento sul territorio nazionale di cani, gatti e primati destinati alla vivisezione e mette importanti limitazioni a test sugli animali. Il decreto che recepisce in forma restrittiva la “sciagurata” direttiva europea 2010/63, cosiddetta ”sulla protezione degli animali utilizzati a scopi scientifici”, entra in vigore oggi sabato 29 marzo. La norma contiene alcuni importanti divieti: oltre a quello di aprire nuove “Green Hill” (ad esempio, il divieto di effettuare esperimenti su scimmie antropomorfe, di sperimentazione sugli animali per ricerche su sostanze d'abuso e xenotrapianti, di esperimenti per la produzione e il controllo di materiale bellico, di esercitazioni su animali per la didattica e alto ancora), promuove e incentiva anche economicamente l'adozione di metodi alternativi alla sperimentazione in vivo. “Questa legge fortemente voluta e sentita dalla pubblica opinione – sottolinea l'ex ministro – è la testimonianza di una nuova cultura di amore e rispetto per gli animali ed i loro diritti e ci colloca all'avanguardia in Europa sull'ancor lunghissima strada che porta all'abolizione definitiva della vivisezione. Solo il sostegno a metodi sostitutivi garantisce una ricerca etica e veramente affidabile per l'uomo”. “Il divieto di allevare cani, gatti e primati destinati ai laboratori – aggiunge l'on.Brambilla – è la realizzazione di una promessa che avevo fatto a quei poveri cagnolini fin da quel giorno del 2011 in cui, ancora da ministro, ho effettuato un blitz all'interno di Green Hill, e ho visto con i miei occhi in quale inferno vivevano, in attesa di morire tra atroci sofferenze nei laboratori di vivisezione di tutto il continente. Ma è anche la realizzazione di una promessa fatta a milioni di italiani che di lager come quello di Montichiari e di vivisezione non vogliono più saperne”. Parole accolte dagli applausi dei presenti (buona parte delle oltre trecento famiglie lecchesi affidatarie di un beagle) e dai bau-bau degli ex detenuti, certamente felici di poter scorrazzare sull'erba, definitivamente salvi.

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