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Cina, 25esimo anniversario di piazza Tiananmen: vietato manifestare

simone cerroni
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Sono trascorsi venticinque anni da quel 4 giugno 1989 quando a Pechino ci fu la dura repressione dei manifestanti in piazza Tienanmen. In quella piazza avvennero le dimostrazioni guidate da studenti, intellettuali e operai che cercavano di mettere a nudo i difetti del sistema comunista, dopo la caduta dei regimi comunisti in Europa. Simbolo della rivolta è considerato il Rivoltoso Sconosciuto, lo studente che, da solo e completamente disarmato, si parò davanti a una colonna di carri armati per fermarli. La Cina, tutt'oggi governata da un regime che non vuol sentir parlare di oppositori e democrazia, ha sempre minimizzato l'accaduto. Nei giorni scorsi Pechino ha bloccato alcuni siti internet che parlano della strage, tra cui Google. "Serve uno sforzo di verità, in Cina, sui fatti di Tienanmen", ha auspicato l'alto commissario Onu per i diritti umani, Navi Pillay, esprimendo al contempo "preoccupazione" per l'arresto di decine di attivisti, avvocati e giornalisti cinesi in vista del 25esimo anniversario. "Esorto le autorità cinesi a rilasciare immediatamente le persone detenute per aver esercitato il loro diritto alla libertà di espressione", ha detto Pillay. "Invece di soffocare i tentativi di commemorare gli eventi del 1989, le autorità dovrebbero incoraggiare e facilitare il dialogo e la discussione come un modo per superare l'eredità del passato", ha affermato. "Molto resta da chiarire su cosa sia esattamente successo tra il 3 e il 4 giugno 1989. In assenza di un'inchiesta indipendente, esistono versioni dei fatti molto diverse. Il numero dei morti, ad esempio, varia da centinaia a migliaia di persone e molte famiglie delle vittime stanno ancora aspettando una spiegazione su ciò che è accaduto ai loro cari".

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