Cyberspionaggio, due arresti a Roma: spiavano anche Renzi, Monti e Draghi
Spionaggio informatico e intercettazioni, illegali, su politici, banchieri, manager, economisti e personaggi di spicco italiani. È stata scoperta una centrale di cyberspionaggio che monitorava istituzioni, pubbliche amministrazioni, studi professionali e imprenditori. Tra i nomi in ballo sono filtrati anche quello di Matteo Renzi, Mario Draghi e Mario Monti. E ancora, altri nomi pesantissimi: Piero Fassino, Daniele Capezzone, Ignazio La Russa e Vincenzo Scotti, Alfonso Papa, Walter Ferrara, Paolo Bonaiuti, Michela Brambilla, Luca Sbardella, Fabrizio Cicchitto, Vincenzo Fortunato, Mario Canzio, Poletti della Gdf. Due persone sono state arrestate in mattinata dalla Polizia Postale nell'ambito dell'inchiesta Eye Pyramid condotta dalla procura di Roma. In manette un ingegnere di 45 anni, Giulio Occhionero, e la sorella, Francesca Maria, di 49 anni, "molto conosciuti negli ambienti dell'alta finanza". I due sono residenti a Londra ma domiciliati a Roma: i due sono accusati di procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato, accesso abusivo a sistema informatico, intercettazione illecita di comunicazioni informatiche. Un'inchiesta dai contorni esplosivi e destinata ad ingrandirsi a dismisura. Gli investigatori del Centro nazionale anticrimine informatico Cnaipic del Servizio polizia postale e delle comunicazioni, secondo quanto si è appreso, hanno scoperto quella che viene definita una botnet occulta: grazie a una estesa rete di computer preliminarmente infettati tramite la diffusione del malware EyePyramid, da cui il nome dell'inchiesta, i due arrestati hanno - per anni - acquisito notizie riservate, dati sensibili e informazioni custodite su impianti informatici statunitensi. C'è la manina degli Stati Uniti? Tutto da vedere, anche se sul caso si è fatta luce grazie alla collaborazione con la Cyber Division della Fbi. Per ora, quella che pare essere l'ipotesi prevalente, suggerisce che le informazioni potessero essere sfruttate in diversi ambienti finanziari. L'indagine è stata avviata dopo che al Cnaipic è stato segnalato l'arrivo di una mail, indirizzata a un amministratore di un'infrastruttura critica nazionale, e che conteneva il malware, ossia il virus necessario per infettare e controllare i dispositivi elettronici. Alcuni degli osservati, si è appreso, appartengono a una loggia massonica e sono archiviati sotto la sigla Bros (fratelli, ndr) in una cartella piazzata in una delle numerose drop zone all'estero. Con la sigla POBU (Politicians Business), invece, venivano catalogati gli esponenti politici spiati dagli hacker. L'indagine ha anche permesso di ricostruire un complesso scenario fatto di società "a scatole cinesi" nazionali e straniere, usate come paravento per l'acquisizione, in via anonima, di servizi informatici all'estero. E proprio il concreto pericolo di una fuga all'estero degli indagati, titolari di diverse attività fuori confine, ha infatti determinato l'emissione delle misure cautelari.