Gessica Notaro, la prima foto della ragazza sfregiata con l'acido: "Per le cure spendo 700 euro al mese"
Gessica Notaro, l'ex concorrente di Miss Italia sfregiata dall'acido, si è mostrata per la prima volta. Come si legge su Dagospia, la ragazza di 28 anni sfigurata dall'ex fidanzato Jorge Edson Tavares, incontrato tre anni fa al delfinario di Rimini, dopo due mesi di ospedale a Cesena, dove è stata curata, deve aspettare un anno per sottoporsi ad un intervento di chirurgia plastica. Intanto spende oltre 700 euro al mese per medicine, gocce per gli occhi e lozioni che l'aiutano a sopportare il dolore. "Ho fatto i miei due mesi di prigione", dichiara, "la mia vita non sarà più come prima. Non posso prendere il sole, sono costantemente intrappolata in questa maschera e la mia faccia fa male tutto il tempo. Ho speso tutti i miei soldi per le medicine, ogni mezz'ora devo mettere le gocce agli occhi, idratare la pelle. Non posso fare il mio lavoro perché non posso entrare in acqua". Al di là delle indicibili sofferenze fisiche, Gessica cerca di curare la depressione. "Quando starò meglio, avrò comunque ferite interiori per il resto della mia vita. Avrò sempre paura di uscire dalla mia macchina e camminare verso casa, perché rivivrò quella scena ancora e ancora. La mia faccia è rovinata ma la mia bocca e il mio naso sono intatti. Mi riconosco allo specchio. Da un occhio vedo e la cosa più importante è che non ho perso la mia voce. Ho rischiato di perderla perché l'acido mi è finito in bocca ma sono stata veloce a sputarlo fuori". Gessica parla delle violenze che ha subito dal suo ex. All'inizio sembrava una persona perbene. Si è rivelato un violento quando si sono lasciati. "Conosceva il mio programma di lavoro e tracciava i miei movimenti. Se arrivavo due minuti in ritardo sul lavoro, mi mandava messaggi 'Perché non sei qui?', 'Con chi sei?'". "Lui mi seguiva ovunque", prosegue la ragazza, "non mi lasciava mai sola. Inscenò anche un finto suicidio. Venne a casa mia con una corda e finse di impiccarsi al cancello". L'aggressione con l'acido, un po', se la aspettava. "Lavoravo al delfinario dove l'acido si usa per pulire i filtri, quindi chiesi all'uomo che se ne occupava che cosa avrei dovuto fare, in caso fossi stata davvero attaccata. Avrei dovuto lavarmi subito la faccia? Mi consigliò di non farlo perché alcuni acidi fanno buchi sulla pelle se entrano in contatto con l'acqua. Dissi anche ai miei colleghi che volevo tenere un casco in macchina, perché avevo paura a camminare dal parcheggio a casa". Si rivolse alla polizia ma non servì a nulla. Il 10 gennaio dopo un'uscita con le amiche Tavares colpì. "Mi aspettavo un confronto, non quello che successe. Credo si fosse nascosto dietro altre macchine e abbia strisciato fin dietro la mia. Appena misi la testa fuori dal finestrino lo vidi venire verso di me e tirarmi l'acido. Ho sentito la plastica della bottiglia sul mio viso. Ha alzato il braccio per essere sicuro di averlo versato tutto, fino all'ultima goccia. La mia faccia bruciava e subito persi la vista. Mi sentii disperata perché sapevo che più tempo passava più l'acido mi corrodeva". Oggi, al suo ex, dice solamente: "L'unica cosa che voglio è che mi guardi e veda ciò che ha fatto".