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Milano, l'asilo abusivo dove si insegna l'islam

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Andrea Tempestini
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L'ingresso è dal cancellone automatico che porta al cortile. Affianco, sul citofono, c'è il logo di Asdu Onlus, l'associazione «per i diritti umani» che fa capo a Mustafa Balouz. Siamo al civico 5 di via Miglioretti, zona Affori. E da questo cancello usato dai residenti per portare le auto nei garage entrano ed escono anche decine di mamme arabe che qui non ci abitano, ma accompagnano i figli alla scuola dell'infanzia gestita dalla moglie di Balouz. Nello stesso seminterrato che, nel mese di giugno, ha ospitato la preghiera serale del Ramadan per i musulmani del quartiere. Secondo le locandine della «Peace School» esterne ai locali sarebbero tre lezioni a settimana - il lunedì, il mercoledì e il venerdì - dalle 14 alle 18. Anche se, raccontano i residenti, «il viavai è costante anche al mattino, dalle 10 in poi». All'interno dei locali affittati alla Onlus, però, non ci sono solo scrivanie, quaderni e libri scritti in arabo, ma anche un angolo cucina e una sorta di “dormitorio”. Come succede nelle scuole materne di tutta Italia, certo, ma qui di autorizzazioni non se ne vede l'ombra, vista e considerata l'assenza di uscite di sicurezza. Non solo. Perché nel seminterrato trasformato da moschea a scuola abusiva, l'insegnante e i suoi tre figli ci vivono pure. «Mio marito non c'è, è in Germania. Noi non vogliamo problemi, ma solo insegnare la lingua, la matematica, la religione ai bambini arabi del quartiere», spiega la signora Balouz. Con tanto di iscrizioni a pagamento. «Pochi soldi, giusto per pagare le spese del materiale scolastico». Ma a destar maggior preoccupazione tra i residenti è l'alto numero dei bambini che frequentano le lezioni, con tutti i problemi che ne conseguono. Sia per quanto riguarda il baccano, con minori che urlano e scorrazzano in cortile anche mentre passano le auto, sia per ragioni di sicurezza. Infatti, così come succedeva in occasione del Ramadan, il cancello del cortile rimane sempre aperto per consentire l'ingresso e l'uscita di numerose donne velate che spingono i passeggini e tengono per mano i figli più grandi. Il rischio concreto è che qualcun altro possa approfittare della situazione per intrufolarsi negli spazi del condominio. «Non sappiamo nemmeno chi siano queste persone. Non ne possiamo più, la situazione è pericolosa e noi siamo preoccupati. Deve succedere qualcosa di grave prima che intervenga qualcuno? Possibile che queste persone possano fare ciò che vogliono?», protestano i condomini. Che, nell'ultimo periodo, le hanno provate tutte per attirare l'attenzione dell'amministrazione comunale. Invano. «Cosa dobbiamo fare? Organizzare un sit-in di protesta alla questura di Comasina?». Al loro fianco, in questi mesi, in prima linea c'è sempre stato l'assessore alla Sicurezza del Municipio 9, Andrea Pellegrini (Lega Nord). «Credo che sia necessario che gli organi competenti intervengano immediatamente con controlli specifici, affinché pseudoscuole prive di autorizzazione vengano chiuse. Con i bambini e con la sicurezza non si possono chiudere gli occhi», spiega il leghista. Che in più occasioni ha segnalato la situazione a Comune, prefetto, questore e Ats, senza ottenere riscontri. Sulla stessa lunghezza d'onda l'altro esponente del Carroccio, e presidente della Commissione Urbanistica del Municipio 9, Agostino Rancati: «La trasparenza e l'osservanza delle regole deve essere un dovere di tutti i cittadini». Da Palazzo Marino si replica che i vigili hanno effettuato alcuni sopralluoghi nel seminterrato e che la Onlus ha il permesso per la «custodia di minori» tre giorni a settimana dalle 10 alle 12. Ma in quei locali, come lamentano i residenti, c'è un piccola scuola islamica dell'infanzia aperta fino alle 18. di Massimo Sanvito

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