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Prada, tradizione e sperimentazione: in passerella a Milano nulla è lasciato al caso

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Daniela Mastromattei
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Prada non delude mai. La collezione maschile andata in passerella  il terzo giorno della settimana della moda a Milano fa tornare la voglia di vestire bene, con cura, senza tralasciare i dettagli, che sono poi quelli che fanno la differenza. Non ha lasciato nulla al caso neanche Miuccia nell’accogliere gli ospiti della sfilata in un giardino incantato sotto vetro, quello del pavimento trasparente su cui poggiano come sedute le tipiche poltrone da ufficio. Una scenografia che spinge l'uomo a rimanere legato ai cicli della natura per una  collezione tendenzialmente classica, tra camicie e cravatte, completi formali ma non impettiti, cappotti ben tagliati e costruiti, trench slim e qualche timido sandalo d’inverno per il super manager che non vede l’ora di togliersi le scarpe stringate. E poi cuffie di lana che ricordano quelle da piscina e alte cinture tra l’hippie e il futuristico. Tradizione e sperimentazione si intrecciano ancora una volta sulla passerella di Prada a confermare un ritorno all’uomo concreto, coperto dalla testa ai piedi. I capi sono pensati per chi deve fare i conti con la realtà che lo circonda con i tessuti classici e maschili, come lo spinato e il tweed.  Un po’ avanguardia anni Venti.

Ed ecco «il ritorno alle stagioni», di cui parla Miuccia Prada nel backstage della sfilata, realizzata con Raf Simons e intitolata, appunto, “Human nature”. «Questa collezione affronta l’istinto emotivo innato di rimanere legati ai cicli della natura. Un mondo fatto di stagioni climatiche, non una realtà artificiale», aggiunge Miuccia. Come dire, non ci si può vestire con abiti estivi e senza calze come si vedevano ieri in giro per Milano (4 gradi) certe sciure milanesi; c’è bisogno di tornare con i piedi per terra, lontani dalle mode surreali, lontani dall’effimero e dai social per riappropriarci della vita vera. Non mancano riferimenti al mondo nautico nei bomber oversize e nei montoni chiusi come il giaccone da yatchman, nei berretti da marinaio e nei peacoat ingentiliti dalle cinture intrecciate.

«In questa collezione - spiega Raf Simons - c’è un ritorno agli elementi concreti e molti riferimenti all’acqua, al nuoto, al mare e alla pioggia, come i nuovi impermeabili. Io vengo dal Belgio, c’è un fiume, con delle città che ci si affacciano sopra, e che quando si ghiaccia si uniscono. Le persone ci vanno a pattinare sopra, indossando outfit molto tipici. I riferimenti però sono tanti. I capi riflettono il contesto e ne sono influenzati: l’ufficio e la natura, l’interno e l’esterno, il cambiamento istintivo delle persone che attraversano queste sfere opposte».

E le efficaci pennellate di colore, corallo, viola, giallo e verde kiwi di cuffie, cardigan e accessori creano allegria e danno buon umore. «È importante la relazione con le stagioni - ribadisce Miuccia Prada - i vestiti sono ancorati alla realtà».

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